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Dimissioni a sorpresa della premier scozzese Sturgeon: “La politica è brutale, sono un essere umano”

La premier scozzese Nicola Sturgeon lascia, per motivi personali, dopo 8 anni di governo: “Non mi aspettavo violini, ma sono un essere umano oltre che un politico”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Si dimette a sorpresa la premier scozzese Nicola Sturgeon, leader del partito indipendentista dell'Snp. L'annuncio è arrivato ieri: "Mi dimetto per il senso del dovere e del grande amore che ho per il mio partito e per il mio Paese", ha spiegato in una conferenza stampa nella sua residenza ufficiale a Edimburgo, spiegando che resterà in carica fino all'elezione del suo successore. È la seconda leader donna a ritirarsi nell'ultimo mese: prima di lei ha fatto un passo indietro Jacinda Ardern, premier neozelandese che ha annunciato le dimissioni il 19 gennaio scorso (era in carica dal 2017), spiegando di non avere "abbastanza energie" per portare avanti il suo lavoro.

"Il tempo di lasciare è ora, anche se molti nel Paese e nel partito pensano sia troppo presto", ha detto Sturgeon, ricordando "con orgoglio" di essere stata la prima donna a rivestire l'incarico, oltre che la più longeva premier della Scozia, dopo 8 anni al governo.

"Non mi aspettavo violini, ma sono un essere umano oltre che un politico. Questi incarichi sono un privilegio, ma sono anche giustamente difficili", ha detto Sturgeon, ammettendo di essere stanca: "La brutalità della politica moderna chiede il suo tributo", a coloro che se ne occupano e che vi gravitano attorno.

Ha detto che affiderà a chi le succederà come first minister del governo locale della Scozia e leader del partito indipendentista dell'Snp la sfida della separazione dal Regno Unito nel nome del rispetto "della volontà democratica" degli scozzesi. Le suo dimissioni, ha spiegato, sono dovute a ragioni di scelta personale e familiare dopo quasi dieci anni al vertice, gli ultimi dei quali segnati dalla pandemia da Covid.

Sturgeon ha precisato che occorrerà concordare al congresso del mese prossimo dell'Snp sotto la nuova leadership una nuova strategia per raggiungere l'indipendenza da Londra, dopo il fallimento del ricorso alla Corte Suprema britannica per ottenere il via libera costituzionale a un referendum bis.

"Credo fermamente che colui o colei che mi succederà condurrà la Scozia all'indipendenza", ha insistito Sturgeon. Da parte sua, la first minister uscente si è detta convinta di "aver avvicinato la Scozia all'indipendenza" in questi anni.
La first minister uscente ha rifiutato di fare endorsement a un potenziale successore, che dovrebbe essere eletto "nei prossimi giorni".

Mentre ha trattenuto a stento le lacrime affermando di ritenere di aver potuto svolgere, come leader della Scozia, "il lavoro migliore del mondo". Un lavoro che ha negato di lasciare a causa di problemi politici attuali o di ipotetici segnali di dissenso interni al suo partito: Sturgeon lascia l'incarico solo per motivi personali, dopo anni d'impegno "molto duro".

A pesare in realtà potrebbe essere stata anche la controversa legge approvata dal Parlamento scozzese nelle scorse settimane, difesa e rivendicata da Sturgeon: il provvedimento, poi bloccato dal governo centrale Tory britannico come incompatibile con il quadro legislativo nazionale, consente di cambiare genere su un documento con una semplice autocertificazione, dai 16 anni in su. Londra ha detto di no alla legge, che probabilmente finirà davanti alla Corte Suprema. Ma la questione ha avuto anche l'effetto di far crollare nei sondaggi il consenso verso il partito e il sostegno alla causa della secessione.

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