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Danimarca, studente immigrato espulso: “Per mantenersi lavorava troppo “

Marius Youbi, studente modello, aveva trovato regolare lavoro come addetto alle pulizie, ma ha lavorato un’ora e mezza in più di quanto consente la legge agli studenti immigrati e per questo è stato espulso.
A cura di Antonio Palma
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Secondo il governo danese per essere uno studente immigrato lavorava troppo per questo va espulso immediatamente dal Paese. È il paradosso di cui è rimasto vittima il 30enne Marius Youbi, un ragazzo immigrato originario del Camerun che da diversi anni si era trasferito in Danimarca con la famiglia dove si era perfettamente integrato diventando uno studente modello in Ingegneria elettronica. Per la legge locale, inasprita dal governo nell'ultimo periodo, però non ha nessuna importanza il fatto che Marius fosse uno dei migliori allievi dell’università Aarhus di Copenhagen dove aveva proseguito i suoi studi accademici, il 30enne ha infranto le norme sull'immigrazione e va espulso.

Nei confronti dello studente 30enne infatti è stato emanato un decreto di espulsione immediato perché Marius, non contento della brillante carriera universitaria, aveva pensato di farsi assumere part-time con regolare contratto come addetto alle pulizie per mantenersi. Il giovane però non si è accorto di aver sforato le 15 ore di lavoro alla settimana consentito agli studenti stranieri lavorando 90 minuti in più. A nulla è valsa la petizione lanciata dalla sua Facoltà per bloccare il provvedimento e l'appello dello stesso rettore spiegando che era accaduto solo una volta, Marius deve dire addio ai suoi studi.

"Mi stavo costruendo un futuro in Danimarca, è terribile dover dire addio a tutto questo. Sono dispiaciuto e deluso, quattro anni e mezzo della mia vita sono andati in fumo" si è sfogato il 30enne ai microfoni della tv pubblica prima di imbarcarsi all’aeroporto di Billund ricordando che sul computo annuale la media complessiva non ha mai superato le 15 ore settimanali di lavoro. Per le autorità danesi lui però ha anche prontamente pagato la multa per l'infrazione commessa e che per legge implica "riconoscere automaticamente la propria colpa".

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