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Cosa sta succedendo in Sudan: l’arresto del premier, il colpo di stato e gli scontri nelle proteste

In Sudan c’è stato un colpo di stato militare. Il primo ministro Abdalla Hamdok, oltre ad alcuni membri civili del consiglio sovrano di transizione e un certo numero di ministri, sono stati arrestati. Il governo è stato sciolto e il potere è stato preso dal generale Abdel Fattah al-Burhan che ha annunciato che un consiglio militare governerà il paese fino al luglio del 2023, quando si terranno nuove elezioni. Intanto centinaia di civili sono scesi in piazza a Khartoum per protestare contro i militari.
A cura di Chiara Ammendola
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Attraverso un colpo di stato militare questa mattina all'alba Abdalla Hamdok, il primo ministro del Sudan è stato arrestato e il governo è stato sciolto. A detenere il controllo del Paese ci sono ora i militari guidati dal generale Abdel Fattah al-Burhan, presidente del Consiglio militare di transizione, mentre in diverse città si è alzata un'ondata di proteste sedate con la forza: sarebbero già numerosi i civili feriti. Al-Burhan in un discorso spiegato che i militari "continueranno la transizione democratica del paese" e che un consiglio militare governerà il paese fino al luglio del 2023, quando si terranno nuove elezioni.

L'arresto del premier Abdalla Hamdok e dei ministri da parte dei militari

Secondo quanto riportato da Al Hadath TV, citata da al Jazeera, il colpo di stato in Sudan è iniziato lunedì mattina quando un gruppo di militari la cui appartenenza non è ancora ben chiara ha preso d'assalto la casa del primo ministro dichiarandolo agli arresti domiciliari. Dinanzi al rifiuto di Abdalla Hamdok di sostenere il golpe, le forze armate "lo hanno arrestato e portato in un luogo non identificato". Con lui sono stati arrestati anche il ministro dell’Industria, Ibrahim al Sheikh, e quello dell’Informazione, Hamza Baloul, oltre a un consigliere del primo ministro, Faisal Mohammed Saleh. Poco dopo il generale Abdel Fattah al-Burhan ha  annunciato il coprifuoco, lo scioglimento del consiglio dei ministri e del consiglio sovrano e la creazione di un governo di "persone competenti". Intanto secondo quanto riportato da al Jazeer "l'accesso alle telecomunicazioni è stato limitato" e "quindi è molto difficile ottenere informazioni su cosa stia succedendo".

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Alla notizia del colpo di stato centinaia di manifestanti sono scesi in piazza in diverse città e nella capitale Khartoum per protestare contro la presa del potere da parte dei militari che immediatamente sono intervenuti per placare le proteste: il bilancio al momento è di 80 feriti e tre morti secondo quanto riportato in una nota dal Sudan Central Doctor's Committee. L'esercito ha usato "munizioni vere" contro i contestatori fuori dal quartier generale dell'esercito nel centro di Khartoum, cui l'accesso è impedito da blocchi di cemento e militari da diversi giorni. Esercito e truppe paramilitari sono state dispiegate in tutta Khartoum, l'aeroporto della città è chiuso e i voli internazionali sono sospesi. "Chiediamo al popolo sudanese di protestare usando tutti i mezzi pacifici possibili… per riprendersi la rivoluzione dai ladri", ha scritto l'ufficio di Hamdok in una nota. Per questo ci si aspetta che altri manifestanti si uniscano alla folla dopo gli appelli all'azione.

Le proteste dei civili e la violenza dell'esercito

Alla notizia di quanto sta accadendo in Sudan, gli Stati Uniti hanno dichiarato di essere "fortemente allarmati". In un tweet l'inviato americano per il Corno d'Africa, Jeffrey Feltman ha scritto che la presa del potere da parte dei militari va "contro la dichiarazione costituzionale (che regola la transizione nel Paese) e le aspirazioni democratiche del popolo sudanese". Mentre il presidente francese Emmanuel Macron ha espresso la condanna del suo Paese: "La Francia condanna con massima fermezza il tentativo di colpo di Stato in Sudan – ha scritto in un tweet – esprimo il nostro sostegno al governo di transizione sudanese e chiedo la liberazione immediata e il rispetto dell'integrità del primo ministro (Abdallah Hamdok) e dei dirigenti civili".

Intanto l'Unione Europea ha chiesto il "rilascio" dei civili arrestati in queste ore in Suda facendo appello "con urgenza, ad evitare violenze e spargimenti di sangue". "C'è molta preoccupazione" in merito alla situazione, ha spiegato la portavoce della Commissione Ue. "Condanno il colpo di stato militare in corso in Sudan. Il primo ministro Abdalla Hamdok e tutti gli altri funzionari devono essere rilasciati immediatamente", le parole del segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres che su Twitter ha spiegato che "deve esserci il pieno rispetto della carta costituzionale per proteggere la transizione politica faticosamente conquistata", assicurando che le Nazioni Unite "continueranno a stare dalla parte del popolo del Sudan".

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