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Covid 19

Cina, nelle carte dell’inchiesta la storia del medico “eroe” che diede l’allarme

Applicazione errata della legge e procedure irregolari: in Cina la polizia di Wuhan si è scusata con la famiglia di Li Wenliang, il medico “eroe” di trentaquattro anni deceduto a causa del Covid-19 che per primo aveva annunciato il diffondersi dell’infezione e che per questo era stato accusato.
A cura di Susanna Picone
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Negli ultimi giorni in Cina si è tornati a parlare di Li Wenliang, il medico di Wuhan che per primo lanciò l’allarme sulla diffusione del nuovo coronavirus, ma che non fu ascoltato e fu anche accusato dalla polizia di diffondere notizie false. Li Wenliang si era poi ammalato di Covid-19 ed è morto a soli 34 anni nei primi giorni di febbraio. Ora la polizia di Wuhan si è difatti scusata con la famiglia del medico “eroe”. La polizia ha ammesso l'errore relativo alla convocazione e alla reprimenda ai danni del medico con l'accusa di "diffusione di false informazioni su internet". L'ufficio di pubblica sicurezza della città focolaio del nuovo coronavirus ha scritto che sul caso "ci furono applicazione errata della legge e procedure irregolari". Le scuse alla famiglia del trentaquattrenne arrivano dopo le conclusioni della National Supervisory Commission secondo cui "l'azione della polizia non fu appropriata”. Ma cosa accadde in quei primi giorni di diffusione del nuovo coronavirus a Wuhan?

Coronavirus, i risultati dell'indagine sul medico Li Wenliang

Secondo quanto riferisce il quotidiano cinese "Global Times", dopo un'indagine di 42 giorni la Commissione nazionale di vigilanza ha pubblicato il rapporto sulla questione relativa al medico "informatore" di Wuhan. Secondo il rapporto, il team investigativo aveva scoperto nel mese di dicembre alcuni ospedali nella provincia di Hubei che ricevevano pazienti con polmonite da cause sconosciute. Il 27 dicembre un medico dell'ospedale Hubei di medicina tradizionale cinese e occidentale integrata aveva riportato tre pazienti affetti da polmonite con cause sconosciute all'ospedale. Il Centro di controllo e prevenzione delle malattie di Wuhan aveva organizzato un'indagine epidemiologica e testato lo stesso giorno. Poi, il 29 dicembre, l'ospedale aveva riportato altri quattro casi di polmonite con cause sconosciute, provenienti dal mercato del pesce della città. Gli esperti della commissione sanitaria di Wuhan avevano avviato un'indagine e pubblicato due documenti interni rispettivamente intorno alle 15:10 e alle 18:50, il 30 dicembre, chiedendo di curare i pazienti con polmonite per cause sconosciute.

I documenti successivamente sono stati messi online da alcune persone diversi minuti dopo la loro emissione. Verso le 17:30 del 30 dicembre 2019, il dottor Li Wenliang ha ricevuto un messaggio dai suoi colleghi. Pochi minuti dopo Li ha trasmesso il messaggio "sette casi di Sars sono stati confermati nel mercato ittico di Huanan" e "i pazienti sono stati isolati nel pronto soccorso del nostro ospedale" nel suo gruppo WeChat. In seguito Li ha pubblicato un altro messaggio dicendo che "l'ultima notizia è che l'infezione da coronavirus è stata confermata e il virus è in fase di classificazione. Si prega di non diffondere le informazioni e lasciare che i familiari prestino attenzione alla prevenzione". Il medico è stato poi richiamato dalla polizia il 3 gennaio per aver diffuso "voci" sul virus. La polizia investigativa ha affermato che la polizia di Wuhan è stata esortata a revocare l'ordine di rimprovero nei confronti di Li. La squadra investigativa inviata dal governo centrale il 7 febbraio dopo la morte di Li ha anche chiesto all'organismo di controllo locale di supervisionare la rettifica della questione, ritenere responsabile il personale competente e annunciare tempestivamente i risultati.

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