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Colpo di stato in Myanmar, Aung San Suu Kyi arrestata: proclamato stato d’emergenza per un anno

Colpo di stato in Myanmar: la leader Aung San Suu Kyi e altri alti esponenti del partito al governo sono stati arrestati. L’esercito birmano ha annunciato l’imposizione di uno stato di emergenza per la durata di un anno. L’ex generale Myint Swe, uno dei due vicepresidenti, ricoprirà la carica di presidente ad interim.
A cura di Susanna Picone
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Colpo di stato in Myanmar. Il capo del governo birmano Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace nel 1991 e vincitrice delle ultime elezioni, è stata arrestata insieme ad altri alti esponenti del partito al governo. Lo ha comunicato il portavoce della National League for Democracy al governo. Tutti i poteri sono stati trasferiti al generale Min Aung Hlaing, capo delle forze armate. La decisione è stata annunciata dall'esercito poco dopo l'annuncio dello stato di emergenza per un anno e della presidenza ad interim affidata all’ex generale Myint Swe, uno dei due vicepresidenti in carica.

Gli arresti sono avvenuti poche ore prima della riunione inaugurale del Parlamento recentemente insediato. Da settimane i militari denunciavano frodi durante le elezioni legislative dello scorso novembre, quando il partito di Aung San Suu Kyi ha ottenuto una vittoria schiacciante. Con il pretesto della pandemia di coronavirus, le elezioni "non sono state né libere né eque", aveva detto la scorsa settimana il portavoce dell’esercito, maggiore generale Zaw Min Tun. I militari avrebbero a loro dire identificato milioni di casi di frode, tra cui migliaia di centenari o minori che avrebbero votato. Le notizie arrivano dal Paese con grande difficoltà: nella notte sono state interrotte le trasmissioni della radiotelevisione pubblica e la rete internet ha subito gravi interruzioni.

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Immediata la condanna degli Stati Uniti che hanno avvertito il Myanmar di invertire la rotta, secondo quanto ha riferito una portavoce della Casa Bianca. "Gli Stati Uniti si oppongono a qualsiasi tentativo di alterare l'esito delle recenti elezioni o di impedire la transizione democratica del Myanmar, e prenderanno provvedimenti contro i responsabili se questi passi non saranno invertiti", così in dichiarazione la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki. Il presidente Joe Biden è stato informato sulla situazione. Il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha condannato "fermamente" il colpo di stato: "Questi sviluppi sono un duro colpo alle riforme democratiche in Birmania", si legge in una nota. Anche il premier britannico Boris Johnson ha condannato il colpo di Stato in Birmania e l'arresto della leader Aung San Suu Kyi. "Condanno il colpo di Stato e l'incarcerazione illegale di civili, compresa Aung San Suu Kyi, in Birmania – ha twittato -. Il voto del popolo deve essere rispettato e i leader civili rilasciati". "L'Italia condanna fermamente l'ondata di arresti in Myanmar e chiede l'immediato rilascio di Aung San Suu Kyi e di tutti i leader politici arrestati", si legge in una nota della Farnesina. "La volontà della popolazione è chiaramente emersa nelle ultime elezioni e va rispettata. Siamo preoccupati per questa brusca interruzione del processo di transizione democratica e chiediamo che venga garantito il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali".

Intanto il partito della leader del Myanmar arrestata, Aung San Suu Kyi, ha fatto sapere che la stessa Suu Kyi ha lanciato un appello al popolo a "non accettare il colpo di Stato" da parte dell'esercito birmano.

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