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Cinque cose che forse non sapete sulla festa di Santa Lucia

Lo sapevate che non è provato storicamente che a Lucia furono cavati gli occhi?
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Fino a qualche decennio fa il 13 dicembre, data in cui si festeggiava Santa Lucia, era una delle feste più amata dai cattolici nel nostro Paese. Con il passare del tempo e l’allargarsi della secolarizzazione della società, è diventato un giorno come gli altri, ma in diversi punti del nostro Paese le tradizioni rimangono saldissime. Ecco cinque cose su Santa Lucia ed i festeggiamenti in suo onore che forse non sapete…

La Patrona

Santa Lucia no né solo patrona dei ciechi, ma anche degli oculisti, degli elettricisti e degli scalpellini ed è patrona delle Arcidiocesi di Siracusa, di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela e di numerose città italiane del mondo. Fu martirizzata dai Romani, che le cavarono gli occhi, durante il regno dell’imperatore Diocleziano. Nell’iconografia, vicino a lei ci sono una lanterna accesa o un cero, ma anche la palma, simbolo del martirio, in quanto segno di vittoria sul male. In testa ha una corona, che rappresenta il premio che Dio le ha dato per il suo sacrificio: la salvezza eterna.

Gli occhi sul piatto

In genere Santa Lucia viene raffigurata con gli occhi su un piatto, ma non esiste alcuna traccia storica del fatto che il suo martirio abbia visto i Romani cavarle gli occhi; allo stesso modo non ci sono prove di un’altra storia sul suo conto, cioè che la santa se li sia strappati da sola. Semplicemente, l’iconografia la raffigura così perché il suo nome viene da “lux” cioè luce e per questo fu scelta, già ei tempi antichi come patrona dei ciechi.

Il legame con i riti pagani

Con l’avvento del cristianesimo come religione ufficiale dell’Impero Romano a seguito dell’editto di Costantino del 313 dopo Cristo, molte festività della nuova religione soppiantarono, sostituendole in toto, precedenti festività pagane: è noto che ciò avvenne, ad esempio, per il Natale, che sostituì le celebrazioni del dio sole. È poco noto, invece, che lo stesso fu fatto anche con la festa di santa Lucia, che soppiantò quella dedicata alla dea latina Artemide. Artemide, infatti, era la dea della luce e, come Lucia, era vergine. Inoltre, a lei era consacrata l’isola di Ortigia, vicino Siracusa, luogo natio anche di Lucia. La data del 13 dicembre è quella in cui gli antichi celebravano il solstizio d’inverno.

Lucia come Babbo Natale

Proprio come avviene con Babbo Natale, i bambini, in alcune parti d’Italia, scrivono ed inviano una letterina a Santa Lucia per chiedere dei regali. Se oggi si dice ai bambini di lasciare latte per Babbo Natale e biscotti per le sue renne, in passato si diceva di lasciare del cibo per la santa, che lo avrebbe consumato nel corso della sua visita alla casa.

La superstizione

In alcune parti del Nord Italia e nella Svizzera c’era una superstizione che riguarda Santa Lucia: le donne incinte devono tenersi lontane da oggetti taglienti, perché, se si faranno male con essi, il figlio che portano in grembo potrebbe nascere senza un arto. Gli uomini non lavoravano con oggetti taglienti perché convinti che avrebbero rischiato di farsi male agli occhi, perdendo la vista. Questa tradizione ha creato anche un detto: “A Santa Lucia e a Sant’Aniello” né forbice né coltello”.

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