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Chi sono gli alpinisti morti congelati e cosa gli è successo a Zermatt, sulle Alpi svizzere

Presi dal panico, si sarebbero divisi per tentare – ognuno a suo modo – di salvarsi dalla tempesta che li aveva sorpresi nella zona della Tête Blanche, sulle Alpi svizzere. Intanto si cerca ancora una persona dispersa: “I miracoli accadono sempre…” dice n il capo dei servizi di soccorso alpino di Zermatt, Anjan Truffer.
A cura di Biagio Chiariello
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"Abbiamo trovato persone scomparse anche diversi giorni dopo… i miracoli accadono sempre". Anjan Truffer, capo del soccorso della compagnia aerea svizzera Air Zermatt, impegnato nelle ricerche degli alpinisti dispersi in Vallese e ritrovati morti, domenica sera, nella zona della Tête Blanche, a circa 3500 metri di quota, ha ammesso di avere ancora la speranza di trovare vivo l'ultimo disperso del gruppo, la cui identità non è ancora stata rivelata.

I media svizzeri hanno ipotizzato che possa essere caduto in un crepaccio; il suo zaino e gli sci sono stati individuati, ma i soccorritori non sono stati ancora in grado di localizzarla visivamente. "La zona è piena di fenditure: potrebbe essere caduta anche vicino agli altri membri del gruppo. Ma questa è solo una speculazione", ha detto Truffer.

Chi sono gli alpinisti morti e cosa gli è successo

Gli scialpinisti trovati morti sono Marc Moix, capitano della polizia locale del Vallese; è il cugino dei due fratelli David e Jean-Vincent Moix che pure sono morti congelati. Nella tragedia sono rimasti uccisi anche altri due membri della stessa famiglia di cui non sono ancora stati resi noti i nomi. Della comitiva faceva parte anche Emilie Deschenaux, di 28 anni, amica di David, laureata in giurisprudenza. Anche lei è tra le vittime.

La zia, Coryne Corminboeuf, su Facebook ha scritto: "È con immensa tristezza che vi dico che la montagna ha avvolto la mia piccola Emilie nel suo sudario bianco. Sei stato un diamante che ha illuminato la mia vita. Continuerai a brillare nei nostri cuori per sempre".

Alcuni erano alpinisti esperti e si stavano preparando per una gara mondiale di scialpinismo che si disputa il prossimo aprile – la "Patrouille des glaciers" – il cui tracciato passa proprio lungo l'itinerario Zermatt-Arolla.

Il gruppo di sei sciatori, tutti di età compresa tra 21 e 58 anni, era partito da Zermatt sabato mattina con l'obiettivo di raggiungere in giornata a Arolla, una frazione del comune svizzero di Evolène, nel Canton Vallese, vicino al monte Cervino.

Ma quando il gruppo è passato vicino alla Tête Blanche, una vetta montuosa tra Zermatt e la stessa Arolla, è stato travolto da una violenta tempesta che ha lasciato gli sciatori bloccati a un'altitudine di circa 3.500 metri.

Un membro del gruppo ha inviato una richiesta di soccorso ai servizi di emergenza intorno alle 17 di sabato pomeriggio, ma gli elicotteri e le squadre di soccorso non sono riusciti a raggiungere quella zona proprio a causa della violenza della tempesta.

Quando domenica sera una squadra ha finalmente raggiunto la montagna, cinque dei sei alpinisti erano morti nei pressi del rifugio Dent Blanche.

Come sono stati trovati e come hanno provato a sopravvivere

"Ci siamo trovati di fronte una brutta scena. Avevano cercato di costruire una grotta per proteggersi dal vento e dal freddo. Non erano tutti insieme, probabilmente sono stati presi dal panico e ognuno ha cercato una via per salvarsi. Sono morti congelati" ha dichiarato Truffer nel corso della conferenza stampa tenutasi ieri a Sion.

"Per prima cosa abbiamo trovato due persone stese sulla neve, erano in un grave stato di ipotermia. Grazie ai pali sonda e ai localizzatori di valanghe abbiamo poi trovato altre due persone che giacevano sotto la coltre di neve. Abbiamo dovuto spalarli fuori. Quando abbiamo trovato le persone, erano vestite in modo molto leggero… probabilmente l'alta quota li ha disorientati", ha detto all'agenzia svizzera NZZ.

Truffer ha poi aggiunto che gli scialpinisti hanno cercato "inutilmente" di costruire una grotta per proteggersi dal freddo (la temperatura era di -30 gradi C) e dalla tempesta. Secondo l'esperto potrebbe essere "scattato il panico" perché i corpi delle vittime sono stati trovati sparsi.

La guida alpina Klaus Aufdenblatten ha detto al giornale svizzero Blick che gli scialpinisti erano decisamente impreparati ad affrontare il viaggio sconsiderato: "Hanno completamente sottovalutato le condizioni meteorologiche. Soprattutto il vento può sviluppare una forza enorme…", ha avvertito.

Continuano le ricerche dell'ultimo disperso

C'è una persona che dunque risulta ancora dispersa: ma, nonostante, l'ottimismo del capo delle ricerche, le probabilità di ritrovarla viva sono scarse. "Ci sono buone probabilità che si trovi nelle immediate vicinanze del luogo in cui sono stati ritrovati gli altri membri del gruppo", ha precisato a 20 Minuten Truffer, spiegando di aver trovato "prove evidenti" che supportano questa ipotesi. "I suoi sci e il suo zaino sono stati trovati insieme a quelli degli altri".

“Tutto è stato fatto sul piano umano e delle risorse”, ci ha tenuto a dire il comandante della polizia cantonese Christian Varone alla stampa. “Abbiamo provato l’impossibile – ha aggiunto -, talvolta dobbiamo inchinarci alla natura”.

Dal canto suo, la procuratrice generale del Vallese Beatrice Pilloud ha annunciato l’apertura di un’inchiesta per fare chiarezza sulla tragedia. Si punta soprattutto a ricostruire la cronologia e le circostanze del tragico epilogo “È importante non giudicare le persone, avendo rispetto nei loro confronti”, ha dichiarato, ricordando che le condizioni meteo in montagna possono “cambiare repentinamente”.

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