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Alpinisti morti congelati, avevano scavato fossa nella neve per salvarsi: “Sono stati presi dal panico”

I cinque alpinisti, tutti appartenenti alla stessa famiglia, trovati morti congelati lungo il percorso Zermatt-Arolla, al confine tra Svizzera e Italia, avevano provato a salvarsi dalla tempesta scavando una fossa nella neve: “Ma non avevano l’attrezzatura necessaria”.
A cura di Ida Artiaco
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Da sinistra Marc Moix, Jean-Vincent Moix e David Moix.
Da sinistra Marc Moix, Jean-Vincent Moix e David Moix.

Avevano scavato una fosse nella neve per cercare di salvarsi durante le tempesta che li ha sorpresi lo scorso fine settimana mentre si trovavano lungo il percorso Zermatt-Arolla, al confine tra Svizzera e Italia. Ma non ci sono riusciti e cinque di loro, su sei, tutti appartenenti alla stessa famiglia, sono morti congelati.

Sono questi alcuni dei dettagli che stanno emergendo sulla tragedia verificatasi lo scorso sabato dopo che il gruppo di scialpinisti aveva lanciato l’allarme, ma le condizioni meteo avverse hanno impedito ai mezzi di soccorso di avvicinarsi e cercare i dispersi.

Le immagini aeree hanno mostrato la fossa realizzata dagli escursionisti nella neve: il video girato da un elicottero mostra tracce nella distesa bianca con un cumulo al centro, dove gli alpinisti avrebbero provato a trovare riparo dalla tempesta di neve. Ma, secondo quanto riferito dai soccorritori, sono stati presi dal panico e sono caduti in uno stato di incoscienza. Il decesso sarebbe così stato causato dell'esposizione al clima gelido. La temperatura pare si avvicinasse ai -30 gradi e c'era vento fortissimo.

"Li abbiamo trovati proprio nel luogo da dove provenivano i loro segnali telefonici, giacevano sotto una coltre di neve. Costruire una fossa del genere è una buona idea ma loro non avevano l'attrezzatura necessaria", ha spiegato Fredy-Michel Roten, direttore del Soccorso alpino del Vallese, come riporta il Daily Mail. "Una persona giaceva a circa 30 metri di distanza. Quando li abbiamo trovati, erano vestiti in modo molto leggero, sono finiti disorientate in alta quota", ha detto ancora all'agenzia svizzera NZZ.

Marc Moix, capitano della polizia locale del Vallese, è uno dei sei alpinisti scomparsi nella tragedia vicino alla Tete Blanche, a circa 3500 metri di quota. È il cugino dei due fratelli David e Jean-Vincent Moix che pure sono morti congelati. Nella tragedia sono rimasti uccisi anche altri due membri della stessa famiglia di cui non sono ancora stati resi noti i nomi mentre una sesta persona, Emilie Deschenaux, 28 anni, amica di David, risulta ancora dispersa.

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