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Trovati morti 5 dei 6 scialpinisti dispersi sulle Alpi Svizzere: “Dobbiamo inchinarci alla natura”

Il gruppo di scialpinisti dispersi sulle Alpi svizzere da sabato 9 marzo, aveva lanciato l’allarme ma le condizioni meteo avverse hanno impedito ai mezzi di soccorso di avvicinarsi. La polizia del Canton Vallese, che coordinava le ricerche, ha comunicato di aver trovato morti cinque dei sei svizzeri nella sera di domenica 10 marzo.
A cura di Antonio Palma
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Si sono concluse tragicamente le ricerche dei sei scialpinisti, di cui cinque componenti della stessa famiglia, dispersi da sabato 9 marzo sulle Alpi svizzere mentre si trovavano sul percorso Zermatt-Arolla. La Polizia cantonale vallesana, che coordinava le ricerche e i soccorsi in zona, ha comunicato di aver rinvenuto senza vita i corpi di cinque dei sei scomparsi nella zona della Tête Blanche. La tragica notizia è arrivata nelle prime ore di oggi, lunedì 11 marzo, ma la scoperta dei corpi infatti risale alla tarda serata di domenica 10 marzo.

La stessa fonte infatti ha comunicato che una squadra di soccorritori, composta da tre soccorritori e un agente di polizia del gruppo di montagna, ha fatto la tragica scoperta intorno alle 21.30 di ieri nei dintorni del settore di Tête Blanche. Qui infatti si erano concentrate le ricerche delle ultime ore, analizzando gli ultimi segnali in vita dei dispersi.

Nonostante le avverse condizioni meteorologiche, la squadra di soccorritori era stata trasportata sul posto intorno alle 19.30 di domenica, attestandosi nei pressi della capanna della Dent Blanche. Circa due ore dopo, la scoperta dei cinque corpi ormai senza vita proprio nel luogo in cui su presumeva potessero trovarsi. Le operazioni di soccorso sul posto ora proseguono alla ricerca del sesto disperso anche se le speranze di ritrovarlo in vita sono praticamente nulle.

Il gruppo di dispersi erano cinque membri della stessa famiglia vallesana, oltre a una donna di Friburgo, tutti di età compresa tra i 21 e i 58 anni. Secondo le autorità locali, sarebbero stati sorpresi da una tormenta e bloccati nei pressi della cresta della Tête Blanche dopo essere partiti sabato da Zermatt in direzione di Arolla.

L’allarme intorno alle 16 di sabato quando un familiare preoccupato ha contattato la polizia cantonale perché il gruppo non era arrivato ad Arolla come previsto. Alle 17:20 circa un membro del gruppo è riuscito a contattare i servizi di emergenza. Questo ha portato alla sua localizzazione nella zona del Col de Tête Blanche, a circa 3.500 metri di altitudine. Le condizioni meteo proibitive, però, hanno impedito l'avvicinamento degli elicotteri e delle squadre di soccorso e non hanno permesso di raggiungerli in tempo.

"Abbiamo provato l'impossibile ma talvolta dobbiamo inchinarci alla natura", ha dichiarato Christian Varone, comandante della polizia cantonale del Vallese che ha partecipato alle ricerche. I soccorritori hanno lavorato "fino all'estremo limite delle loro possibilità", ha aggiunto, facendo riferimento alle condizioni meteorologiche "catastrofiche", con nebbia, vento, freddo e pericolo valanghe.  redy-Michel Roten, direttore dell' Ocvs (Organizzazione cantonale vallesana dei soccorsi) ha detto in conferenza stampa che in queste situazioni, quando si riescono a contattare i dispersi al telefono, "si dà l'informazione di proteggersi al meglio" come "fare un buco" nella neve o "proteggersi da qualche parte". In casi del genere "si prova sempre a rimanere in contatto, poi bisogna vedere anche i mezzi che si hanno a disposizione, c'è purtroppo la questione della batteria del telefono" ha aggiunto. La procuratrice generale del canton Vallese, Beatrice Pilloud, ha annunciato comunque l'apertura di un'indagine per far luce sulla tragedia.

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