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Chi era Asunta Basterra, la storia della 12enne spagnola uccisa dai genitori diventa una serie Netflix

La storia dell’omicidio di Asunta Basterra, la 12enne di origine cinese uccisa dai genitori adottivi in Spagna nel settembre del 2013, entrambi condannati per omicidio premeditato e di comune accordo. A lei è dedicata la mini serie “Asunta” disponibile su Netflix dal 26 aprile.
A cura di Ida Artiaco
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Asunta Basterra (Wikipedia).
Asunta Basterra (Wikipedia).

L'omicidio di Asunta Basterra sconvolse la Spagna 11 anni fa. Era il settembre del 2013 quando i genitori adottivi denunciarono la scomparsa della bambina a pochi giorni dal suo 13esimo compleanno. Il giorno dopo il suo corpo venne trovato in un bosco nei pressi di Teo, in provincia di La Coruña, in Galizia, dove la ragazzina, di origine cinese, viveva insieme alla mamma. La donna venne arrestata il giorno successivo, poi toccò al padre. I due, Rosaria Poto e Alfonso Basterra, avvocato lei, giornalista lui, nel 2015 sono stati condannati a 18 anni di carcere per omicidio premeditato e di comune accordo ma i punti oscuri della vicenda restano molti.

Alla storia di Asunta è dedicata anche una serie tv, intitolata per l'appunto "Asunta", disponibile su Netflix a partire dal 26 aprile. Nel cast, diretto da Jacobo Martínez, presenti María León, Candela Peña, Tristán Ulloa e Javier Gutiérrez.

Chi era Asunta Basterra, la 12enne spagnola uccisa nel 2013

Asunta Basterra, la ragazzina di 12 anni uccisa in Spagna nel 2013, era nata in Cina, a Yongzhou, nella provincia di Hunan, nel 2000 col nome di Yong Fang. A soli 9 mesi di vita venne adottata da una coppia residente non molto lontano da Santiago de Compostela, Rosaria Poto e Alfonso Basterra. È stata la prima adozione internazionale della Galizia. La sua era una vita apparentemente tranquilla, Asunta parlava tre lingue, era appassionata di pittura e ballo e andava molto bene a scuola. Fino a quando non ne venne denunciata la scomparsa a pochi giorni dal suo 13esimo compleanno.

Chi erano i genitori adottivi di Asunta Basterra

La madre di Asunta Basterra si chiamava Rosaria Poto, era figlia di un avvocato e di una professoressa universitaria. Aveva studiato Legge all'università di Santiago, passando molto tempo all'estero. Nel 1997 fu nominata anche console di Francia, titolo ereditato dal padre, per poi diventare un'avvocata esperta di diritto internazionale.

Il padre, invece, Alfonso Basterra, era un giornalista di Bilbao specializzato in temi economici. Era famoso per partecipare a vari programmi radiofonici e televisivi. I due si sposarono nel 1996.

Il divorzio e l'uomo mascherato che tenta di strangolare Asunta

Nel 2012 i due si separarono di comune accordo, un evento che avrebbe spinto la moglie, già alle prese con la morte dei genitori, ad essere ricoverata per qualche periodo in psichiatria all'ospedale di Santiago. Dopo il divorzio Rosario è rimasta a vivere a Teo, mentre l'ex marito si è trasferito poco più distante.

È in questo periodo che cominciano a verificarsi alcuni episodi strani che riguardano Asunta. La bambina non solo raccontava agli insegnanti che i suoi genitori avevano iniziato a somministrarle della polvere bianca che a volte la faceva dormire anche per due giorni, ma ha confidato alla madre di un'amichetta che una sera un uomo mascherato e vestito di nero era entrato in casa e aveva cercato di strangolarla. La madre non presentò denuncia. Molti pensarono al padre, dal momento che la serratura fu trovata intatta e i cani dei vicini non abbaiarono quella sera.

La scomparsa di Asunta il 21 settembre 2013

Poi il 21 settembre 2013 la madre di Asunta ne denunciò la scomparsa alle dieci di sera. Quel sabato pomeriggio aveva pranzato a casa del padre. Era stata vista dalla telecamera di sicurezza di una banca alle 14:00 mentre camminava verso la casa di suo padre, ed è apparsa sulla stessa telecamera di sicurezza alle 17:21 mentre tornava a casa nell'appartamento di sua madre. Quest'ultima ha raccontato agli investigatori di essere uscita di casa intorno alle 19:00, lasciando Asunta a casa a fare i compiti, ma quando è rientrata della bambina non c'era traccia.

Le indagini e il ritrovamento del cadavere

Dopo ore di ricerche, il corpo senza vita di Asunta fu ritrovato in un'area boschiva di Teo, poco distante dalla sua abitazione, da parte di due giovani che allertarono subito i servizi di emergenza. Gli agenti notano segni di violenza e tracce di una corda arancione, la stessa che fu rinvenuta a casa della madre insieme a un panno bagnato con sopra tracce di dna della ragazzina.

La prima a essere arrestata fu proprio la madre di Asunta, accusata di omicidio a causa delle incongruenze e delle contraddizioni nella sua testimonianza. Il giorno dopo toccò al padre. Vennero messi in due celle separate ma frontali. In quei giorni Rosario avrebbe detto al marito: "Tu e i tuoi giochetti", e lui le avrebbe risposto: "Come minimo ci stanno ascoltando".

La ricostruzione dell'omicidio

Secondo quanto emerso dall'autopsia, Asunta è morta per asfissia, mentre nel suo sangue vennero trovate tracce di Lorazepam, un ansiolitico con proprietà calmanti e sedative che il padre aveva comprato in farmacia in più occasioni. Secondo quanto ricostruito durante le indagini dagli inquirenti, il 21 settembre 2013 la bambina cenò a casa del padre con entrambi i genitori, che le somministrano abbondanti dosi di Lorazepam attraverso il cibo, per stordirla. Poi, Rosario legò braccia e gambe della figlia e la soffocò.

Ancora ignoto il movente: alcuni pensarono che i genitori adottivi volessero impossessarsi dell’eredità lasciata dai nonni alla nipote, morti poco prima di lei. Un’altra vedrebbe Asunta come un ostacolo a un matrimonio che probabilmente era più felice prima del suo arrivo. Ma è anche possibile che si sia trattato di un crimine sessuale, perché sulla camicetta di Asunta furono ritrovate tracce di sperma di un cittadino colombiano residente a Madrid.

Rosario Porto e Alfonso Basterra condannati per omicidio premeditato

Nel 2015 i genitori adottivi di Asunta vennero condannati a 18 anni di carcere per omicidio premeditato e di comune accordo. Rosario Porto e Alfonso Basterra continueranno sempre a dirsi innocenti. L'uomo sconta ancora oggi la sua pena, mentre la donna si è suicidata in carcere nel 2020 dopo vari tentativi. È stata sepolta in una tomba senza nome insieme alla figlia.

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