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Brexit, Downing Street respinge lʼultimatum Ue del 30 settembre

Londra respinge la scadenza di fine settembre fissata dalla presidenza di turno dell’Ue, ricoperta dalla Finlandia, come data ultima per presentare a Bruxelles una proposta di accordo per evitare un no deal. Un portavoce del premier britannico Boris Johnson la definisce infatti una “scadenza artificiale”.
A cura di Antonio Palma
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Downing Street ha respinto "la scadenza artificiale" del 30 settembre, indicata dalla presidenza di turno finlandese dell'Ue, per la presentazione di proposte ufficiali per un nuovo accordo sulla Brexit. Lo ha comunicato un portavoce del governo, precisando che Boris Johnson non intende accettare ultimatum e continua a guardare al Consiglio europeo del 17-18 ottobre come il termine ultimo per un'intesa, che per Londra dovrebbe essere senza backstop.

L'ultimatum era stato lanciato nelle scorse ore da Bruxelles al neo Premier britannico Boris Johnson per arrivare a una risoluzione  condivisa dei rapporti prima che scatti l'hard Brexit e cioè l'uscita del Paese dall'Ue senza alcun tipo di soluzione ponte o periodo di transizione. A mettere in chiaro che non ci sarà altro spazio di mediazione dopo la fine si settembre è stato il premier finlandese Antti Rinne che attualmente ricopre la presidenza di turno dell'Unione europea "Il Regno Unito dovrà produrre le proposte per iscritto entro la fine di settembre, altrimenti è finita" ha sottolineato Rinne al termine di un incontro con il presidente francese  Emmanuel Macron  con il quale avrebbe concordato proprio questa linea.

Un ultimatum che però non sembra aver avuto alcun effetto concreto visto che da Londra lo hanno già respinto al mittente. Una fonte di Downing Street citata dalla Bbc, infatti, ha ribattuto che le proposte britanniche saranno fatte "a tempo debito" senza dare scadenze precise. In effetti anche se il governo di Boris Johnson non ha dato tempi certi, il Premier britannico nei giorni scorsi aveva fatto intendere di ritenere il momento e il luogo più adatto per presentare un piano di brexit il vertice dell'Unione europea del prossimo 17 ottobre. Una data ben al di là dei progetti di Macron e Rinne che però riflette le innumerevoli difficoltà che lo stesso Boris Johnson  sta incontrando nel suo Paese, letteralmente spaccato in due.

Johnson aveva anche affermato che i colloqui con l'Ue procedono e stanno facendo progressi ma da Bruxelles l'impressione è che al momento Londra voglia solo prolungare i tempi in attesa di momenti migliori mantenendosi di fatto in un limbo. Sono molti infatti punti chiave dove le posizioni sono nettamente opposte e  l'Ue dice di star ancora aspettando e controproposte di Londra. Del resto Johnson ha sottolineato che è pronto a portare il Regno Unito fuori dall'Unione alla scadenza del 31 ottobre, anche a costo di un ‘no deal'.

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