92 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Cambiamenti climatici

Bollette alle stelle e famiglia in crisi. Ma Shell nel 2022 fa utile record di 40 miliardi di dollari

Shell, multinazionale britannica operante settore petrolifero, ha fatto registrare nel 2022 un utile record di quasi 40 miliardi di dollari. I sindacati britannici: “Profitti osceni mentre milioni di persone non riescono a pagare le bollette”.
A cura di Davide Falcioni
92 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Shell, multinazionale britannica operante settore petrolifero, ha fatto registrare nel 2022 un utile record di quasi 40 miliardi di dollari, coronando un anno tumultuoso in cui l'impennata dei prezzi dell'energia dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha permesso al colosso energetico di offrire agli azionisti una remunerazione senza precedenti, mentre milioni di famiglie incontravano difficoltà sempre maggiori nel far fronte agli aumenti dei prezzi di gas e petrolio.

I guadagni record della major britannica, più che raddoppiati rispetto al 2021, rispecchiano quelli annunciati dalle società concorrenti statunitensi e sicuramente intensificheranno la pressione sui governi affinché aumentino ulteriormente le tasse sul settore. "Intendiamo rimanere disciplinati e al tempo stesso offrire agli azionisti rendimenti attraenti", ha dichiarato il Ceo di Shell  Wael Sawan in un comunicato, il primo sui risultati trimestrali da quando ha assunto la guida dell'azienda l'1 gennaio.

Shell ha anche registrato un utile record nel quarto trimestre di 9,8 miliardi di dollari grazie alla forte ripresa dei guadagni derivanti dal commercio di gas naturale liquefatto (Gnl), battendo le stime degli analisti di 8 miliardi di dollari. L'utile annuale ha raggiunto i 39,9 miliardi di dollari, più che raddoppiando rispetto allo scorso anno e ben oltre il precedente record di 31 miliardi di dollari del 2008.

Immagine

I sindacati: "Le famiglie soffrono, Shell si gode una fortuna"

Paul Nowak, segretario generale del Trades Union Congress – confederazione che unisce i sindacati del Regno Unito – ha definito gli utili conseguiti da Shell "osceni": "Mentre milioni di famiglie su e giù per la Gran Bretagna lottano per riuscire a pagare le bollette e sbarcare il lunario, Shell si sta godendo una fortuna in contanti. Il tempo delle scuse è finito. Il governo deve imporre una tassa sugli extraprofitti alle compagnie energetiche. Anziché trattenere le tasse dagli stipendi di paramedici, insegnanti, vigili del fuoco e milioni di altri dipendenti pubblici in difficoltà, i ministri dovrebbero far pagare la loro giusta quota alle grandi società energetiche".

Greenpeace occupa una piattaforma Shell

Shell è stata duramente criticata lo scorso ottobre quando affermò di non aver pagato nessuna tassa sui guadagni nel Regno Unito fino a quel momento. Anche per questa ragione due giorni fa nell’Oceano Atlantico quattro attiviste e attivisti di Greenpeace International provenienti da diversi Paesi sono saliti a bordo della White Marlin, una nave da carico che trasporta una piattaforma di stoccaggio e scarico di Shell. La piattaforma fa parte dell’infrastruttura di produzione che dovrebbe permettere al colosso petrolifero di sbloccare otto nuovi pozzi nel giacimento di petrolio e gas Penguins North Sea.

Gli attivisti hanno portato con sé rifornimenti sufficienti per occupare la piattaforma per alcuni giorni e hanno dispiegato uno striscione con il messaggio: "Basta trivellare. Iniziate a pagare". Spiega Greenpeace in una nota: "L’azione nonviolenta, che si svolge a due giorni dalla pubblicazione degli utili di Shell, intende accendere i riflettori sulle responsabilità dell’industria dei combustibili fossili, che continua a distruggere il clima del Pianeta senza pagare un centesimo per risarcire le perdite e i danni causati".

Immagine
92 CONDIVISIONI
522 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views