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Bimba di 6 anni segregata nella sua stanza per tutta la vita: salvata dalla polizia, arrestati i genitori

A Sorocaba, nello Stato di San Paolo, in Brasile, la polizia ha salvato una bimba di sei anni tenuta segregata in camera dai genitori per tutta la vita. Non parlava, non era mai andata a scuola né vaccinata. I genitori, arrestati, devono rispondere di sequestro di persona.
A cura di Biagio Chiariello
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Una stanza come prigione, il silenzio come unico compagno e una vita mai iniziata. È la storia drammatica di una bambina di sei anni, scoperta in condizioni disumane a Sorocaba, nello Stato brasiliano di San Paolo, dove era stata costretta dai suoi genitori a vivere chiusa a chiave nella propria camera fin dalla nascita.

A liberarla è stata la polizia brasiliana, allertata da una segnalazione anonima che parlava di un’infanzia negata. Quando gli agenti hanno raggiunto l’abitazione, si sono trovati davanti a una scena sconvolgente: la piccola non aveva mai frequentato la scuola, non era stata sottoposta a vaccinazioni e non sapeva neppure parlare. Il suo modo di comunicare era limitato a suoni indistinti, quasi animali, incapaci di trasformarsi in parole.

Gli assistenti sociali che hanno partecipato al salvataggio descrivono una bambina apatica, spaesata di fronte a qualsiasi stimolo esterno, come se il mondo fosse per lei un luogo sconosciuto. I capelli erano arruffati, pieni di nodi, tanto da sembrare mai lavati. Secondo i primi accertamenti, si nutriva esclusivamente di liquidi e il giorno del ritrovamento non aveva mangiato nulla.

Trasferita in ospedale per una valutazione completa, la bambina è stata poi affidata a una casa famiglia, dove potrà iniziare un percorso di recupero psicologico e fisico. Nel frattempo i genitori sono stati arrestati con l’accusa di sequestro di persona. Il capo della polizia locale, Renata Zanin, ha raccontato che la madre, interrogata dagli investigatori, non solo non ha mostrato alcun segno di pentimento, ma ha risposto in modo evasivo, incapace di cogliere la gravità di quanto accaduto.

Il caso ha riportato alla memoria un episodio simile avvenuto pochi mesi fa in Spagna. A Oviedo, nelle Asturie, tre fratellini – due gemelli di otto anni e il maggiore di dieci – erano stati trovati in una casa trasformata in un luogo di abbandono: montagne di immondizia, farmaci accatastati, escrementi di animali e persino un gatto con un enorme tumore. Anche in quel caso i bambini non andavano a scuola, indossavano ancora pannolini e dormivano in letti con le sbarre, chiusi in un isolamento totale iniziato con la pandemia di Covid.

Quando la polizia li ha scoperti, indossavano addirittura tre mascherine ciascuno. La madre, una donna americana di 48 anni, aveva tentato di giustificarsi spiegando che, insieme al marito tedesco di 58 anni, aveva deciso di tenerli reclusi “per proteggerli”.

Due vicende lontane geograficamente, ma unite da un medesimo filo conduttore: l’infanzia rubata da chi avrebbe dovuto garantire amore e protezione.

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