Bill Gates, Chomsky e un piede femminile: spuntano nuove foto (ed sms) tra gli Epstein Files

A poche ore dalla divulgazione dei file su Jeffrey Epstein, prevista per legge entro venerdì 19 dicembre, la pressione politica attorno a Donald Trump è tornata a salire. Mentre il Dipartimento di Giustizia mantiene il massimo riserbo sulle modalità del rilascio, i democratici al Congresso hanno diffuso nuove immagini e scambi via sms provenienti dall’archivio della tenuta di Epstein, alimentando ulteriormente l’imbarazzo attorno all’ex presidente.
La pubblicazione dei documenti è imposta da una legge approvata a larghissima maggioranza dal Congresso e firmata da Trump per evitare un ulteriore danno d’immagine e una frattura nella sua base Maga. Il termine dei 30 giorni scade dunque proprio oggi, anche se il Dipartimento di Giustizia potrà oscurare o rinviare parti dei file per tutelare vittime e minori, la sicurezza nazionale o indagini in corso, come quella aperta dall’Attorney General Pam Bondi, su richiesta dello stesso Trump, sui rapporti tra Epstein, Bill Clinton e altri esponenti democratici.
Proprio mentre Trump parlava alla nazione con un intervento televisivo in prima serata — dal tono più vicino a un comizio che a un discorso istituzionale — per rivendicare i risultati del primo anno del suo secondo mandato, a Capitol Hill tornava ad accendersi il caso Epstein. I democratici della Commissione di Vigilanza della Camera hanno infatti diffuso altre cinque fotografie tratte dall’archivio di oltre 95.000 immagini consegnate dalla proprietà del finanziere.

Le nuove foto, pubblicate senza contesto, mostrano tra l’altro un passaporto ucraino femminile, Noam Chomsky su un aereo con Epstein, Bill Gates accanto a una donna dal volto oscurato e uno screenshot di una conversazione in cui si discute dell’“invio di ragazze”, complete di descrizioni dettagliate su età, misure, provenienza e area Schengen. Un’altra immagine ritrae il piede di una donna con una citazione di “Lolita” di Nabokov, simbolo ricorrente nell’iconografia legata al caso.

Nei giorni scorsi erano già emerse foto che avevano messo in difficoltà Trump, tra cui preservativi e una zucca con il suo volto. In un’intervista a Vanity Fair, la capo dello staff della Casa Bianca Susan Wiles ha ammesso che il caso è stato gestito male, riconoscendo che Trump ed Epstein erano amici in passato, pur escludendo l’esistenza di prove di comportamenti illegali del presidente. Intanto, tra i repubblicani circola un memo con istruzioni per contrastare quella che definiscono la “falsa narrativa” democratica.
Sul fondo resta l’attesa per la pubblicazione integrale dei file del Dipartimento di Giustizia, mentre per le vittime di Epstein lo stillicidio di rivelazioni continua a essere una fonte di stress e riattivazione del trauma. A complicare ulteriormente il quadro, il ricorso presentato da Ghislaine Maxwell, ex compagna di Epstein, che contesta la correttezza del suo processo e della condanna a 20 anni.