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Elezioni USA 2020

Biden ha vinto, ma Trump non ha perso: la battaglia per l’anima dell’America inizia ora

Joe Biden ha vinto ed è il 46esimo presidente degli Stati Uniti d’America. Ma Donald Trump, pur sconfitto, non esce di scena. Ha preso più voti che nel 2016 e la sua agenda politica ormai domina quel che resta del Partito Repubblicano. Per il neo presidente americano, stretto tra un Senato ostile e la fronda interna al suo partito, saranno quattro anni durissimi.
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Non era un’elezione come tutte le altre, quella che ha fatto del democratico Joe Biden il 46esimo presidente degli Stati Uniti d’America. No, era la battaglia per l’anima di una nazione, come lo stesso Biden l’aveva definita. E no, quella battaglia non è stata vinta. Non ancora, perlomeno.

Non è stata vinta perché nonostante la gestione fallimentare dell’emergenza Coronavirus, nonostante una gestione dell’ordine pubblico al limite del totalitarismo, con la guardia nazionale chiamata a sedare le proteste contro il volere dei governatori, nonostante migliaia di leggi infrante, nonostante il trattamento inumano con i migranti minorenni, nonostante il Muslim Ban, nonostante l’uscita dall’Oms e dagli accordi sul clima di Parigi, nonostante tutto questo, Donald Trump ha preso più voti nel 2020 che nel 2016, diventando il secondo candidato presidente più votato di sempre, proprio dopo Biden  E, diciamocelo senza ipocrisie, avrebbe rivinto le elezioni, se non fosse gli fosse esplosa addosso una pandemia globale a ridosso del voto.

No, purtroppo. L’anima dell’America – di un pezzo enorme dell’America – è ancora saldamente nelle mani di Donald Trump, e non basterà sfrattarlo dalla Casa Bianca per portargliela via. Al contrario, Trump approfitterà di questo voto per prendersi definitivamente l’anima del vecchio e stanco partito repubblicano, per comprometterlo in una battaglia a colpi di carte bollate contro il presidente eletto, per piegarlo definitivamente alla sua agenda nazionalista e cospirazionista, per negarne addirittura la legittimità.

Per Joe Biden – vecchio e degnissimo rappresentante di quella vecchia politica che, escluso lui, è stata spazzata via dagli Stati Uniti – saranno quattro anni durissimi. Avrà, ad andargli bene, una maggioranza molto risicata al Senato. Avrà un’opposizione durissima e per nulla incline anche solo al bon ton istituzionale a rendergli la vita impossibile. Avrà un pezzo di Partito Democratico, quello di Bernie Sanders e Alexandria Ocasio Cortez, pronto a tirarlo a sinistra ogni qual volta potrà farlo. Soprattutto avrà tutto questo mentre dovrà gestire una crisi sanitaria, economica e sociale pesantissima, a partire dal 2021.

Il primo passo per farcela, anche solo per sopravvivere a tutto questo, sarà assumere la consapevolezza che la battaglia per riconquistare l’anima dell’America è appena cominciata, e durerà per quattro anni, forse più. Se lo appunti sulla sua agenda chi pensa, anche dalle nostre parti, che il nemico sia ormai battuto, che un nuovo ciclo politico sia alle porte. Al contrario, è appena cominciata.

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Francesco Cancellato è direttore responsabile del giornale online Fanpage.it e membro del board of directors dell'European Journalism Centre. Dal dicembre 2014 al settembre 2019 è stato direttore del quotidiano online Linkiesta.it. È autore di “Fattore G. Perché i tedeschi hanno ragione” (UBE, 2016), “Né sfruttati né bamboccioni. Risolvere la questione generazionale per salvare l’Italia” (Egea, 2018) e “Il Muro.15 storie dalla fine della guerra fredda” (Egea, 2019). Il suo ultimo libro è "Nel continente nero, la destra alla conquista dell'Europa" (Rizzoli, 2024).
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