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Esplosione a Beirut, in Libano

Beirut, due potenti esplosioni devastano la città: cinquanta morti e migliaia di feriti

Nella capitale libanese Beirut si sono verificate due potenti esplosioni. La gente è scesa in strada, ci sono decine e decine di morti e migliaia di feriti, molti sotto le macerie. Ma il bilancio è ancora provvisorio. Le immagini mostrano una grande nuvola rossa che incombe sul centro della città. Le esplosioni sono state avvertite anche a Cipro, a 200 chilometri dal porto della capitale libanese.
A cura di Annalisa Cangemi
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Inferno a Beirut: due forti esplosioni hanno scosso oggi la capitale del Libano. Ci sono almeno cinquanta morti e migliaia di feriti, sotto le macerie. Ma il bilancio è destinato a peggiorare nelle prossime ore. È stato dichiarato lo stato di emergenza per gli ospedali della città, che sono ormai al collasso e il ministero della Salute ha invitato "tutti i medici e il personale sanitario a raggiungere gli ospedali di Beirut per soccorrere i feriti". Domani sarà giorno di lutto nazionale.

La prima potente deflagrazione si è verificata nella zona del porto, intorno alle 17. Inizialmente i media hanno riferito di un'esplosione avvenuta in un silos di grano, mentre successivamente è stata confermata l'esplosione in un magazzino di sostanze chimiche, sequestrate anni fa. Il ministro dell'Interno, Mohamed Fahmy, ha spiegato che l'esplosione è avvenuta dentro il deposito numero 12 del porto, dove era contenuto appunto del materiale esplosivo. Si tratta di nitrato di sodio confiscato da una nave più di un anno fa e collocato in uno dei magazzini dello scalo marittimo. Non si è trattato quindi di un attentato terroristico. Ma le indagini sono comunque in corso per capire la dinamica dell'incidente.

La deflagrazione è stata comunque devastante, e ha generato una nuvola rossa di fumo, visibile in tutta la città. Un cittadino intervistato dall'emittente "Al Arabiya" ha detto di aver udito due esplosioni, una più contenuta e l'altra più forte. Quel che è certo è che le esplosioni sono state avvertite anche a Larnaca, a Cipro, a 200 chilometri dal porto della capitale libanese. La violenza dello scoppio è stata confermata anche da una cittadina italiana che si trovava poco lontano dal centro cittadino, intervistata da Fanpage.it.

I vigili del fuoco sono accorsi nell'area dell'esplosione per cercare di domare le fiamme, con i canadair. "Ciò che è successo a Beirut ricorda Hiroshima e Nagasaki, nulla di simile era mai accaduto in passato in Libano", lo ha dichiarato tra le lacrime il governatore della capitale libanese, Marwan Abboud.

Ferito militare italiano

Un militare italiano che fa parte del contingente italiano in Libano, è rimasto lievemente ferito. Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha voluto subito essere informato sulle condizioni del militare italiano ferito, ed esprimere la vicinanza di tutto il governo, ricevendo rassicurazioni sullo stato del militare che è stato lievemente ferito al braccio durante l'esplosione. Come fa sapere il ministero della Difesa, "lo stabile dove si trovavano i dodici militari italiani infatti, anche se non si trovava nelle immediate vicinanze, è stato danneggiato dall'onda d'urto". Il ministro ha spiegato anche che "è in corso il trasferimento dei 12 militari che si trovavano a Beirut alla base di Shama. Tutti hanno avvisato di persona le loro famiglie rassicurandoli sulle proprie condizioni".

Farnesina cerca italiani

A seguito delle esplosioni avvenute a Beirut, la Farnesina, attraverso l'Unità di Crisi e l'Ambasciata in Libano, si è attivata per "prestare ogni possibile assistenza ai connazionali presenti nel Paese e continua a monitorare la situazione". Il Ministro Di Maio ha scritto in un tweet che "L'Italia è vicina agli amici libanesi in questo momento tragico. I nostri pensieri vanno alle famiglie delle vittime, a cui esprimiamo il nostro profondo cordoglio, e alle persone ferite, a cui auguriamo una pronta guarigione".

Hezbollah smentisce suo coinvolgimento

Sembra confermata l'ipotesi di un incidente in una fabbrica di fuochi d'artificio o in un magazzino contenente sostanze chimiche altamente infiammabili. Ma la seconda esplosione sarebbe avvenuta nel centro della città nei pressi della residenza della famiglia Hariri. Una delle ipotesi circolata all'inizio era la possibile connessione con il verdetto che il Tribunale speciale dell'Onu dovrà emettere sull'assassinio dell'ex premier Rafik Hariri.

Ipotesi sostentuta anche dalla corrispondente del quotidiano emiratino The National, Joyce Karam. La giornalista sottolinea che è atteso per questa settimana il verdetto del Tribunale speciale per il Libano istituito dalle Nazioni Unite per far luce sull'omicidio dell'ex primo ministro Rafiq Hariri, il padre di Saad, ucciso in un attentato il 14 febbraio del 2005.

I quattro imputati, in contumacia, sono membri delle milizie sciite filo iraniane di Hezbollah, che hanno sempre negato di avere avuto un ruolo nella morte dell'ex premier. Ma Hezbollah ha respinto le accuse e ha dichiarato che la deflagrazione non è stata causata da missili.  In precedenza, fonti stampa citate dal sito informativo "Lebanon 24" avevano riferito di una forte esplosione avvenuta a Beirut, capitale del Libano, davanti all'ingresso di Bayt al Wasat, sede del partito Al Mustaqbal. Secondo quanto dichiarato dall'emittente "Lbci", Saad Hariri, leader di Al Mustaqbal ed ex capo del governo, "sta bene".

Fonti israeliani qualificate, citate da Reuters, hanno sottolineato poi che Israele non avrebbe alcun legame con le due esplosioni.

La situazione in Libano

Il tragico incidente che ha colpito oggi la capitale avviene quindi a soli tre giorni dal verdetto del Tribunale speciale incaricato dall'Onu di condurre le indagini sull'attentato di quindici anni fa, quando, sul lungomare di Beirut, venne assassinato l'ex premier Rafik Hariri, insieme ad altre 21 altre persone. La sentenza potrebbe aprire una nuova stagione di instabilità, per un paese che sta già affrontando la peggiore crisi economica degli ultimi decenni, e che sta lasciando quasi la metà della popolazione in una condizione povertà, aggravata dalla pandemia di Covid-19. Come se non bastasse negli ultimi giorni si è registrata anche una nuova fiammata di tensione con Israele, che ha affermato di aver sventato un tentativo di infiltrazione da parte di un commando armato formato da cinque guerriglieri di Hezbollah.

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