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Bangladesh, bruciata viva dopo aver denunciato la violenza sessuale: 16 condanne a morte

Nusrat Jahan Rafi aveva denunciato il suo professore per abusi sessuali. Trascinata sul tetto della scuola, vicino Dacca, era stata bruciata viva. Oggi il giudice ha condannato alla pena capitale 16 persone tra cui lo stesso docente, due politici locali e due donne.
A cura di Biagio Chiariello
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Lo scorso aprile bruciarono viva, uccidendola, Nusrat Jahan Rafi, studentessa 19enne della scuola coranica Sonagazi Senior Fazil della cittadina di Feni, a 160 chilometri da Dacca. Per questo motivo 16 persone sono state condannate a morte in Bangladesh. Tra i condannati, il suo professore, due donne e due compagni di classe. La vicenda scosse profondamente il Paese e portò in strada centinaia di persone al grido di "giustizia", anche e soprattutto alla luce di ciò il processo è stato uno dei più rapidi della storia della giustizia locale.

Il caso di Nusrat Jahan Rafi in Bangladesh

Nusrat Jahan Rafi aveva sporto denuncia contro il suo professore, Siraj Ud Doula, per molestie sessuali. La giovane aveva raccontato che l’uomo l’aveva invitata nel suo ufficio, dove l’aveva ripetutamente toccata in modo inappropriato fino a che lei era scappata. Undici giorni dopo, era il 6aprile, la teenager fu attirata sul tetto della scuola con una scusa. Lì fu circondata da diverse persone, alcune col volto nascosto dal burqa, che iniziarono a intimarle di ritirare l'accusa. Al suo rifiuto, le diedero fuoco, cercando di far sembrare l’accaduto un suicidio. Dopo essere stata soccorsa, Rafi era sopravvissuta per qualche giorno, fino al 10 aprile, ma poi era deceduta a causa delle ferite riportate: era ustionata sull’80 per cento del corpo. Tra gli accusati ci sono due politici locali, membri del partito di governo, la Lega Popolare Bengalese. I due politici e altri due imputati avevano negato le accuse. Gli altri avevano tutti confessato.

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