Attacco kamikaze in una chiesa a Damasco durante la messa, morti e feriti: “Attentatore è dell’Isis”

Attentato kamikaze in una chiesa di Damasco, in Siria. Un uomo si è fatto esplodere all'interno dell'edificio durante la messa e sarebbe di almeno 22 morti e più di 60 feriti il bilancio delle vittime dell'attacco, secondo quanto riferiscono le autorità siriane.
Nessun gruppo ha rivendicato la responsabilità dell'attacco ma il Ministero degli Interni siriano ha affermato che l'autore sarebbe un terrorista dello Stato Islamico (Isis).
"Un militante appartenente all'organizzazione terroristica dell'Isis ha fatto irruzione nella chiesa di Sant'Elia nel quartiere di Duweila a Damasco e ha aperto prima il fuoco per poi attivare l'ordigno esplosivo che aveva addosso", si legge nel comunicato diffuso dal Ministero.
Secondo la ricostruzione delle autorità, l'uomo è entrato nella chiesa di Sant'Elia, nel quartiere Douweila della capitale Damasco, ha prima aperto il fuoco e poi si è fatto esplodere con un giubbotto esplosivo. Lo riporta l'agenzia Sana.
Un testimone ha raccontato all'Associated Press di aver visto l'aggressore accompagnato da altre due persone che sono fuggite. La sua ricostruzione coincide con quella fornita dalle autorità.
Il ministro dell'Informazione siriano Hamzah Almustafa ha condannato l'attacco. "Questo atto vile va contro i valori civici che ci uniscono", ha dichiarato in un post su X.
"Confermiamo l'impegno dello Stato a impegnarsi al massimo per combattere le organizzazioni criminali e proteggere la società da tutti gli attacchi che ne minacciano la sicurezza", ha aggiunto.
Le forze di sicurezza e i soccorritori si sono precipitati sul luogo dell'attentato, come riporta il Washington Post. In alcuni video diffusi sui social si sentono le grida dei sopravvissuti in preda al panico e nelle immagini si vedono i banchi della chiesa coperti di detriti e pozze sangue.
Un attentato simile non si verificava in Siria da anni e ora è avvenuto nel momento in cui il governo di Damasco, islamista di fatto, sta cercando di ottenere il sostegno delle minoranze.
Il Patriarcato ortodosso di Damasco ha esortato le nuove autorità islamiste siriane ad "assumersi la piena responsabilità" per l'attentato. Il governo, ha spiegato in una durissima nota, non fa nulla per garantire "l'inviolabilità delle chiese e la protezione di tutti i cittadini".
Per la Turchia invece, grande sponsor del nuovo presidente Ahmad al Sharaa, si è trattato di un "attacco a tradimento" per "seminare il caos" nella societa' siriana. "Siamo convinti che il governo e il popolo siriano rimarranno uniti e solidali e continueranno con determinazione la loro lotta contro le organizzazioni terroristiche che cercano di seminare il caos nel paese", si legge in un comunicato del ministero degli Esteri turco.
Dura la reazione di condanna delle Nazioni Unite. L'inviato speciale per la Siria, Geir O. Pedersen, ha espresso "la sua indignazione per questo crimine atroce" e chiesto alle autorità siriane "un'indagine approfondita".