Esercitazione militare di Russia e Bielorussia, gli analisti: “Attacco alla NATO? Mosca non può permetterselo”

Il tono è alto. La scala è minore. Zapad-2025 impiega un ventesimo delle truppe di Zapad-2021. Ci sono i nuovi missili Oreshkin con capacità nucleare. L’esercitazione congiunta Russia e Bielorussia inizia mentre 40mila soldati vengono schierati dalla Polonia alle sue frontiere orientali. Mentre stanno terminando le manovre Nato in Lituania, in Lettonia, nella stessa Polonia e sul Mar Baltico. Wargames e dispiegamenti militari in territori vicino a zone di guerra sono sempre un rischio. Incidenti o provocazioni diventano probabili. Zapad va presa sul serio. C’è la possibilità che possa servire da trampolino per un’invasione, come l’ultima volta. Ma c’è anche un fatto nuovo: la Russia oggi concentra le sue risorse in Ucraina. E neanche lì riesce a chiuder la partita. Difficile che voglia e possa aprirne un’altra.
Propaganda e realtà
“Non credo che i russi vogliano davvero rischiare una grande guerra con la Nato, mentre non riescono a vincere quella contro Kiev”, commenta a Fanpage.it l’osservatore militare di BBC-Russia Pavel Aksenov. Tantomeno vuol rischiare una guerra del genere Varsavia. Che, come spesso nella storia, sarebbe la vittima immediata di uno scontro tra la parte orientale e quella occidentale dell’Europa. Le manovre Iron Defender, che in Polonia hanno anticipato Zapad-2025, e poi le truppe alla frontiera dopo l’abbattimento di droni russi sul territorio polacco, sono state definite “una minaccia” dalla Bielorussia. “Solo propoganda”, spiega Aksenov. “Né l’una né l’altra parte arriveranno a provocazioni tali da comportare il peggio”. Sui canali televisivi russi, da giorni scorrono le immagini di carri armati, missili, sistemi antiaerei e soldati. Colonna sonora pomposa. L’esercitazione è illustrata come una ulteriore riprova della potenza militare di Mosca.
Scala minore
Zapad vuol dire “Occidente”. Fa parte delle manovre militari che la Russia tiene regolarmente su quattro direzioni. Ci sono anche Vostok (“Oriente”), Center (“Centro”) e Caucasus (Caucaso, ovvero “Sud”). Sono programmate e seguono una rotazione. Zapad si svolge ogni due anni, in teoria. Nel 2023 è stata cancellata per la guerra. L’ultima “edizione”, quella del 2021, vide la partecipazione di oltre 200mila effettivi. E fu subito seguita da Allied Resolve-2022, quando le truppe russe furono schierate in Bielorussia con il pretesto dell’esercitazione e poi attaccarono l’Ucraina. Volodymyr Zelensky qualche mese fa disse di temere una ripetizione del trucco: “Mosca è in grado di mobilizzare 150mila uomini e poi aggredire la Lituania o la Polonia”. Invece, a Zapad-2025 partecipano solo 13mila soldati, affermano Mosca e Kiev. L’intelligence ucraina conferma: tremila russi, tra sette e 10mila bielorussi e piccole unità iraniane e bengalesi.
Il nodo del problema
“Lo scenario dell’esercitazione è esplicitamente difensivo. Non prevede alcuna simulazione di un’offensiva in territorio nemico”, riferisce l’osservatore militare Aksenov. In passato, i giochi di guerra erano stati più inquietanti. Nel 2017, Zapad finse un attacco contro i tre Paesi immaginari di Vesbaria, Lubenia e Veyshnoria. Somigliavano parecchio a Lituania, Lettonia ed Estonia. Quest’anno, niente di tutto ciò. Soprattutto, “lo scenario non riguarda, almeno apertamente, il Suwałki Gap (Corridoio di Suwalki)”, dice Pavel Aksenov. Si riferisce all’area considerata il punto più probabile di un’eventuale avanzata russo-bielorussa in caso di guerra. È uno stretto corridoio di 65 chilometri tra Lituania e Polonia. Prende il nome dalla città polacca di Suwalki, e collega l’exclave russa di Kaliningrad alla Bielorussia. La zona è strategica per trasporti e movimenti militari. Se venisse occupata dalla Russia e dal suo alleato di Minsk, gli Stati Baltici sarebbe tagliati fuori dal dispositivo logistico della Nato.
Nessuno marcia su Suwalki
Kaliningrad, in quella che fu la Prussia orientale, un tempo era Königsberg. Vi nacquero i filosofi Immanuel Kant e Hannah Arendt. L'Urss la tenne per sé dopo la Seconda guerra mondiale. Stretta tra il Baltico, la Polonia e la Lituania, vicina alla Bielorussia alleata di Mosca, oggi la città è anche un'enorme base militare. Un cuneo russo nel dispositivo Nato del Nord-Est dell’Europa. Armato con missili Iskander che possono trasportare testate nucleari e colpire Berlino in meno di cinque minuti. Nel 2022, vi sono stati dispiegati anche i potenti missili anti-nave Bal e Bastion-P. A proteggere Kaliningrad dalla costa. Uno scontro “caldo” sul Suwalki Gap riguarderebbe immediatamente Kalinigrad. E la risposta russa sarebbe nucleare. Lo prevede la dottrina militare di Mosca. “Non avverrà niente del genere”, secondo Aksenov. “La minaccia al corridoio è reale, ma per concretizzarsi la Russia dovrebbe concentrare forze d’invasione ingenti in un’area molto limitata, non passerebbero inosservate alla sorveglianza spaziale, aerea e terrestre della Nato”. E l’intelligence Nato non ha notato nessun rafforzamento militare.
Oreshnik virtuali
I russi ci andranno con i piedi di piombo anche col missile a medio raggio Oreshnik. Un test durante Zapad significherebbe un’escalation poco controllabile. Il missile è nel programma delle manovre, ma un suo lancio “potrebbe essere semplicemente simulato, senza nemmeno portare l’arma sul campo”, sostiene Aksenov. L’attenzione, spiega “sarà su comandanti e staff, non sulle azioni finali”. Zapad-2025 riguarderà più la linea di comando e lo stato maggiore che i soldati, probabilmente. L’analista militare Pasi Paroinen ritiene che vi parteciperanno solo coscritti e non soldati professionali: “Quelli sono impegnati in Ucraina”, dice a Fanpage.it. “La percentuale di risorse che la Russia sta destinando ai fronti ucraini è forse vicina al 95 per cento, il suo potenziale militare è bloccato lì”. E, visto come va la guerra non verrà spostato: “Dall’inizio di maggio, quando la Russia ha intensificato le operazioni estive, non è riuscita a raggiungere alcun obiettivo importante tra quelli prefissati”. Putin non può permettersi distrazioni.
Quota 13mila
Paroinen osserva i combattimenti e gli spostamenti di truppe giorno per giorno. Nota che i russi ormai si disinteressano dell’area di Sumi e che stanno spostando divisioni da Kherson verso il Donbass. Decine di migliaia di uomini. Con ogni probabilità per dare in autunno la spallata a Pokrovsk, che stanno cercando di prendere da oltre un anno. Un motivo in più per il tono minore di questa Zapad. Pensare che possa preludere a una nuova aggressione russa “è una sciocchezza”, conclude Paroinen. Fatto sta che anche nel 2021 i russi annunciarono che alle manovre “Occidente” avrebbero partecipato solo 13mila effettivi. Poi, si sa come andò a finire. Tra l’altro, 13mila è il numero oltre il quale il Documento di Vienna dell’Osce prevede l’obbligo di ospitare osservatori di una serie quasi infinita di Paesi. Minsk dice che li ha invitati. Mosca non dice. Ma alle manovre tutti questi osservatori non ci sono.
Varsavia chiude, Lukashenko oscilla
Non stupisce che i servizi di intelligence militare di Lettonia, Lituania e Polonia osservino come i numeri dichiarati dei soldati partecipanti e i commenti tranquillizzanti degli ufficiali bielorussi su Zapad-2025 possano essere una tattica informativa per coprire realtà più allarmanti. Gli Stati baltici e la Polonia non hanno sottovalutato l’esercitazione. Fin da prima dell’abbattimento dei droni sul territorio polacco, il primo ministro Donald Tusk ha annunciato la chiusura del confine con la Bielorussia dal 12 settembre, citando i rischi per la sicurezza legati a Zapad.
Il ministro dell’Interno Marcin Kierwiński ha precisato che il confine sarà riaperto solo quando non ci saranno più minacce. La Bielorussia ha condannato la chiusura, definendola un “abuso”. Ma le posizioni di Minsk, alleato che Putin non può permettersi di perdere, stanno diventando anfibie. Alexandr Lukashenko, che per quasi quattro anni ha resistito alle pressioni di Putin per coinvolgere il suo esercito nella guerra in Ucraina, sta ora dialogando separatamente con gli Stati Uniti. Ha parlato con Trump. Washington ha revocato alcune sanzioni. Il dittatore bielorusso ha liberato alcuni prigionieri politici. Fino a poco tempo fa affermava che “non ci sono prigionieri politici in Bielorussia”. Forse vuole fare una pace separata con l’Occidente?