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Allarme attentati: a Bruxelles evacuata una piazza, ma era solo uno studente di fisica

Un intero quartiere è stato evacuato per ore dopo l’allarme lanciato da alcuni negozianti per un uomo sospetto che in realtà si è rivelato essere uno studente alle prese con un esperimento sulle onde elettromagnetiche.
A cura di Antonio Palma
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Dopo quanto accaduto negli ultimi mesi con diversi attentai sanguinari messi in atto contro civili inermi, in Europa è allerta massima per ogni possibile movimento sospetto e ogni segnalazione fa scattare l'allarme. È quanto accaduto anche oggi a Bruxelles, una delle città più colpite dal terrorismo, dove per ore si sono vissute scene di panico per un possibile attentato che in realtà alla fine si è rivelato un falso allarme. Qualcuno infatti aveva segnalato la presenza di un uomo sospetto che si aggirava senza meta con un'apparecchiatura da cui uscivano dei fil elettrici. Nella centralissima place de la Monnai è scattata immediatamente l'allerta massima con decine di agenti che sono intervenuti sul posto.

Per ore l'intero quartiere è stato evacuato, compresi negozi e biblioteche, mentre un cordone di agenti schierati hanno provveduto a isolare la zona in attesa dell'intervento delle forze speciali che infine hanno  catturato l'uomo sospetto con grande cautela portandolo in centrale. Sul posto erano intervenuti anche gli artificieri a caccia di eventuali esplosivi. Solo dopo diverse ore e un lungo interrogatorio, però, si è scoperto che si trattava solo di un giovane studente di fisica impegnato in un esperimento per studiare le onde elettromagnetiche e radioattive nella capitale belga.

Il suo andare avanti e indietro senza meta con l'apparecchiatura aveva insospettito alcuni negozianti che avevano avvertito la polizia che ha preso sul serio la minaccia allertando tutte le forze a disposizione. Al momento l'uomo è stato rilasciato ma la polizia di Bruxelles ha annunciato che lo denuncerà per procurato allarme. Il portavoce ha spiegato che le autorità locali si costituiranno parte civile in un procedimento contro il giovane per recuperare i soldi spesi nell’operazione perché il ragazzo “ha avuto un atteggiamento molto passivo e molto sospetto durante l’operazione”.

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