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Agenti lo chiudono nel bagagliaio e lanciano granata a gas, 38enne muore asfissiato nella volante

La terribile vicenda in Brasile dove il 38enne Genivaldo de Jesus Santos, che soffriva di malattia mentale, è morto per asfissia durante l’arresto nella città di Umbaúba.
A cura di Antonio Palma
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"Là dentro sta meglio di noi" così gli agenti della polizia brasiliana si sono rivolti a moglie e familiari di Genivaldo de Jesus Santos mentre rinchiudevano l'uomo nel bagagliaio di una volante, lanciando all'interno anche una granata a gas che lo ha ucciso per asfissia. È la terribile sequenza che ha scatenato indignazione e proteste di piazza nel Paese sudamericano dove le persone sono scene in strada denunciando il comportamento dei poliziotti come "tortura e omicidio".

La terribile vicenda risale a mercoledì scorso quando la vittima, che soffriva di malattia mentale, è stato fermato in strada dalla polizia stradale federale nella città di Umbaúba, nello Stato del Sergipe. Secondo le autorità locali, il 38enne avrebbe reagito e per questo è stato bloccato con la forza. La scena è stata ripresa in alcune foto e video scattati dai presenti che in quel momento erano in strada.

Le riprese video mostrano due agenti con il casco che prima ammanettano con le mani dietro la schiena l'uomo, tenendolo a terra con le ginocchia puntate sul corpo, e poi lo infilano nel bagagliaio dell'auto lanciando subito dopo all'interno anche un granata a gas, che pare un lacrimogeno, mentre chiudono il portellone e nuvole di fumo escono dal veicolo. L'autopsia svolta giovedì ha accertato che l'uomo è morto per asfissia e insufficienza respiratoria.

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In una dichiarazione, la polizia stradale federale nello stato di Sergipe ha affermato che gli agenti hanno  usato "tecniche di immobilizzazione" e "strumenti di potenziale offensivo minore" dopo che Santos era diventato aggressivo. La dichiarazione afferma che Santos è stato portato in ospedale dopo che si è sentito male mentre veniva accompagnato alla stazione di polizia.

Secondo la famiglia del 38enne, invece, Santos soffriva di schizofrenia, per la quale assumeva anche farmaci, ed è era già morto quando è arrivato in ospedale. "Ero a casa, poi un mio conoscente mi ha chiamato e mi ha detto: ‘Vieni perché stanno massacrando tuo marito'. Quando sono arrivata lì, lui era già a pancia in giù dentro l'auto. Non lo sentivo più parlare. Ho chiesto ai poliziotti di aprire il bagagliaio per far entrare l'aria perché  l'auto piena di gas ma il poliziotto mi ha detto ‘Sta meglio di noi, dentro c'è l'aria condizionata" ha raccontato la moglie dell'uomo, Maria Fabiana dos Santos, aggiungendo: "È stato un crimine. Hanno agito con crudeltà per ucciderlo".

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Con lei si è schierata l'intera comunità locale che a Umbaúba ha organizzato una protesta prima del funerale, dando fuoco a pneumatici e bloccando la strada dove è stato ucciso. "Quello che hanno fatto è disumano, lo hanno ucciso davanti alla gente e ai familiari", ha accusato un residente. "Gli agenti di polizia hanno trasformato un'auto in una camera a gas e giustiziato un malato di mente. Non ci sono parole di fronte a tale disumanità. Il Brasile è un campo di sterminio!", ha scritto su Twitter Renata Souza, attivista e politica di Rio de Janeiro.

La Polizia Federale intanto ha annunciato di aver aperto un'inchiesta per indagare sulla morte di Genivaldo de Jesus Santos. "Le indagini sul caso sono già state avviate e stiamo lavorando per chiarire cosa è successo il prima possibile", ha affermato il dipartimento in una nota. Sul caso indaga anche la Polizia Civile di Sergipe.

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