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Covid 19

27mila morti in più in UK per un ritardo nel lockdown a Natale: lo studio che inchioda Boris Johnson

Uno studio condotto nel Regno Unito dalla Resolution Foundation ha dimostrato come aver ritardato il lockdown invernale da dicembre a gennaio abbia causato 27mila morti in eccesso, senza salvaguardare minimamente le attività economiche che, al contrario, hanno subito danni anche maggiori. Ecco il dossier che inchioda Boris Johnson e il suo governo.
A cura di Davide Falcioni
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Aver ritardato il lockdown invernale avrebbe causato 27mila morti in eccesso nel Regno Unito: è l'accusa che il thinktank della Resolution Foundation ha mosso nei confronti di Boris Johnson e del suo governo, responsabili secondo lo studio di aver temporeggiato troppo a lungo rinviando il blocco totale alla fine di gennaio malgrado già un mese prima, a Natale, fosse evidente che i contagi erano in rapidissima crescita a causa della variante inglese. Il ritardo accumulato nel prendere una decisione comunque inevitabile avrebbe, secondo la Resolution Foundation, causato circa un quinto di tutti i decessi Covid, morti che avrebbero potuto essere evitati se fossero state decise a tempo debito restrizioni in grado di rallentare la circolazione del virus e la sua diffusione tra le fasce più deboli.

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Ritardare il lockdown ha causato danni anche all'economia

Pur elogiando il programma vaccinale inglese, che avanza a un ritmo molto superiore rispetto a quello europeo, il dossier sottolinea l'errore del governo Johnson di ritardare il lockdown: l'esecutivo, così facendo, avrebbe tentato di tutelare le attività economiche da una nuova chiusura generale, ma "accettare un incremento dei morti non ha limitato l'impatto economico, anzi l'ha accentuato visto che il successivo e inevitabile lockdown è stato più lungo e oneroso". Secondo Mike Brewer, capo economista di Resolution Foundation, "stabilire in ritardo i blocchi è stato un disastro, ha causato molte migliaia di vittime evitabili". Inoltre, secondo la fondazione, per compensare i ritardi accumulati le restrizioni sono dovute essere più severe e durature, aggravando così il danno finanziario soprattutto sulle famiglie a basso reddito, quelle che hanno pagato il prezzo più alto sia in termini di decessi che di aumento della povertà.

Secondo Resolution Foundation il governo britannico si è mosso in ritardo fin dall'inizio: quando l'Italia annunciò il primo lockdown, il 9 marzo del 2020, il premier attese due settimane prima di fare la stessa cosa nel Regno Unito. Tardiva sarebbe stata anche la decisione di imporre restrizioni in autunno, nonostante le molte sollecitazioni da parte degli scienziati, e lo stesso errore sarebbe stato commesso a gennaio: lasciar circolare il virus durante le festività natalizie ha causato fino a 50mila contagi al giorno a gennaio. A quel punto chiudere tutto è stata una scelta obbligatoria, ma nel frattempo sono state condannate a morte decine di migliaia di persone.

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