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Eleonora, tetraplegica per errore medico, Assicurazioni: “Morirà presto, ridateci risarcimento”

È l’ultima assurda richiesta da parte delle assicurazioni alla famiglia della piccola Eleonora, una bimba di Rovigo tetraplegica dalla nascita per un errore medico. Secondo la perizia delle assicurazioni la piccola ha una bassa aspettativa di vota quindi il risarcimento calcolato per le sue cure non è corretto.
A cura di Antonio Palma
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"La bambina avrà una vita molto breve, per questo ridateci parte del risarcimento per l'errore medico che l'ha resa tetraplegica" È l'ultima assurda richiesta da parte delle assicurazioni alla famiglia della piccola Eleonora, una bimba di Rovigo tetraplegica dalla nascita per un errore medico alla quale il tribunale in primo grado aveva concesso un risarcimento record pari a quasi 5 milioni di euro. Nella sentenza del giudice veniva specificato che il calcolo rappresentava il costo per le cure e il sostegno alla piccola nel corso della sua intera vita. Ora i legali degli assicuratori, però, con una perizia shock hanno sostenuto, nero su bianco, che la piccola ha pochissime aspettative di vita e che dunque parte di quel risarcimento non è dovuto.

Nel dettaglio la perizia neurologica, presentata dai legali dei Lloyd’s e dall’Am Trust Europe Limited nei giorni scorsi davanti alla Corte d'Appello di Venezia, sostiene che Eleonora possa arrivare al massimo a una età tra i tra i 10 e i 20 anni e che quindi il calcolo per la compensazione fatta dai giudici in primo grado è errato. Per i legali della famiglia della bimba si tratta solo di un ultimo disperato tentativo da parte delle assicurazioni per non pagare il dovuto già arrivato dopo la lunghissima attesa durante la quale la famiglia ha rischiato anche di essere sfrattata per mancanze economiche. "È assurdo. La bambina è sanissima. È solo che a causa dei danni che ha subito alla nascita non riesce ad esprimersi. È chiusa in una gabbia" ha dichiarato il papà, ricordando che, come hanno stabilito i giudici, è stata tutta colpa delle ginecologhe che invece di un taglio cesareo si sono accanite con ventose e manovre varie per forzare un parto naturale.

"Ci opporremo in ogni modo a questa argomentazione inammissibile: non essendo stata sollevata in dibattimento non può che essere stralciata. In ogni caso la Corte non potrà riconoscere una riduzione della quantificazione del danno di oltre 5 milioni in ragione di una asserita diminuita aspettativa di vita. Giacché anche questo pregiudizio è connesso casualmente in modo inscindibile alla condotta delle ginecologhe e della Azienda sanitaria" ha spiegato il legale , sottolineando inoltre che "secondo i massimi luminari interpellati nel corso del giudizio civile di primo grado e del parallelo processo penale, sarà lunga quanto quella di tutte le sue coetanee. E non così breve come vorrebbero far credere le difese

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