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Tra crisi e chiusure domenicali, Ikea rinuncia ai due megastore di Arese e Verona

Ikea rinuncia all’apertura di due megastore in Italia: quelli di Arese, nell’hinterland milanese, e di Verona. Una decisione comunicata dal Gruppo Finiper, guidato da Marco Brunelli e coinvolto nei due progetti. Le motivazioni? La crisi dei consumi, certo, ma anche il rischio di affrontare la chiusura domenicali dei negozi.
A cura di Stefano Rizzuti
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Ikea cambia i suoi piani per l’Italia e rinuncia all’apertura di due megastore, da 35-40mila metri quadri. Uno ad Arese e l’altro a Verona. Le motivazioni? La crisi dei consumi, la stagnazione, ma anche il timore che entrino in vigore le chiusure domenicali di supermercati e centri commerciali di cui la politica discute da mesi. La notizia viene riportata dal Sole 24 Ore che assicura, comunque, che per i negozi Ikea già esistenti in Italia non cambia nulla. Anzi, la multinazionale punterà di più su negozi smart, da collocare all’interno delle città grazie a piccole dimensioni.

Ikea ha cancellato questi due progetti in cui era coinvolto il Gruppo Finiper, guidato da Marco Brunelli. Il primo era quello del ‘blu box’ di Ikea che doveva sorgere nel perimetro de Il Centro di Arese, nell’hinterland milanese. Il secondo a Verona, al centro commerciale Le corti venete. La conferma è arrivata proprio dallo stesso Bruneli: “Abbiamo dovuto restituire a Ikea i soldi che avevano già pagato per una parte del terreno”.

Lo stesso Brunelli ipotizza quali possano essere le motivazioni di questa decisione, partendo dal clima d’incertezza politico, con la discussione sulla possibilità di chiudere la domenica e i festivi gli esercizi commerciali. Stesse motivazioni che hanno portato alla cancellazione dello Skydome, un progetto di Finiper da oltre 300 milioni che doveva sorgere proprio accanto al centro di Arese. Un edificio che avrebbe dovuto comprendere al suo interno tre piste da sci, un albergo, un ristorante e negozi specializzati negli sport invernali. “Lo Skydome si doveva fare, sono riusciti a far scappare gli olandesi che hanno detto che in Italia non ci metteranno più piede”, afferma ancora Brunelli.

A Verona hanno influenzato anche i ritardi e i rinvii dell’amministrazione locale per individuare l’area, oltre che le lungaggini dell’iter burocratico. Ikea per il momento non commenta, ma sembra intanto puntare su progetti diversi, inseriti all’interno delle città. Lo sta già facendo a Roma e Milano, con i test riguardanti alcuni piccoli store: nella Capitale, per esempio, uno dedicato alle cucine e uno di 800 metri con i consulenti per gli arredamenti. Lo stesso dovrebbe succedere anche a Milano.

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