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Non ci sono le prove che l’inflazione abbia già raggiunto il picco, dice la Bce

L’inflazione in Europa resta alta e anche se le stime dicono che si dovrebbe attenuare in futuro, non ci sono le prove che sia già stato raggiunto il picco. Lo ha detto la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde.
A cura di Annalisa Girardi
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L'inflazione è ancora alta in Europa. E non è detto che il picco sia già stato raggiunto e che nei prossimi mesi questa non possa fare altro che scendere. Lo ha detto la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, in audizione davanti alla commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo. Anche se nell'ultimo mese l'inflazione nell'Eurozona è rallentata al 6,1%, ha detto Lagarde "le pressioni sui prezzi restano forti" e "non ci sono chiari segnali che abbia raggiunto il picco massimo".

Le stime parlano comunque di un attenuamento futuro, ma la presidente della Bce ammette che sia impossibile fare previsioni perfette a questo punto: "Siamo stati la prima banca centrale ad ammettere di non poter prevedere sempre quello che può accadere, soprattutto in un contesto di grande incertezza. Anche importanti economisti si sono sbagliati. I nostri modelli non sono sufficienti, però, per cui utilizziamo l'inflazione di base, più empirica e più precisa per apprezzare la velocità con cui la nostra politica monetaria si ripercuote nell'economia reale e dunque sull'inflazione. Non siamo in grado di fare previsioni perfette".

Cosa devono fare i governi, quindi, per far sì che questo attenuamento si verifichi? Per la Bce la ricetta è chiara: vanno ritirate tutte le misure messe in campo per far fronte alla crisi energetica e ai rincari perché queste, sebbene siano state fondamentali in un primo momento, ora impediscono all'inflazione di rientrare. "Con l'attenuarsi della crisi energetica, i governi dovrebbero ritirare tempestivamente, e in modo concertato, le relative misure di sostegno, per evitare di aumentare le pressioni inflazionistiche a medio termine, che richiederebbero una risposta di politica monetaria più energica", ha proseguito Lagarde.

A Francoforte i banchieri centrali, da parte loro, manterranno i tassi a livelli restrittivi finché ci sarà bisogno. Tradotto: finché il livello di inflazione non tornerà al 2%. "Le nostre decisioni future assicureranno che i tassi saranno portati a livelli sufficientemente restrittivi per ottenere un tempestivo ritorno dell'inflazione al nostro obiettivo di medio termine del 2% e saranno mantenuti a quei livelli per tutto il tempo necessario", ha spiegato Lagarde. Per poi concludere: "Continueremo a seguire un approccio dipendente dai dati per determinare il livello appropriato e la durata della restrizione. In particolare, le nostre decisioni sui tassi ufficiali continueranno a basarsi sulla nostra valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, della dinamica dell'inflazione di fondo e della forza della trasmissione della politica monetaria".

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