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L’Italia dice addio allo sconto sulla benzina: dal 31 dicembre risale il prezzo del carburante

Il governo Meloni non ha confermato il taglio delle accise sui carburanti, comunque passato da 30 a 18 centesimi al litro a inizio dicembre.
A cura di Biagio Chiariello
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La manovra 2023 ha permesso di contenere le bollette della luce grazie all'azzeramento degli oneri di sistema. Tuttavia c'è una misura che il governo non ha confermato per il 2023: il taglio delle accise sui carburanti. Il 31 dicembre, dunque, sarà l’ultimo giorno in cui si potrà fare benzina con lo sconto di 18 centesimi al litro. Lo sconto, inizialmente previsto di 30 centesimi dal governo Draghi e poi ridotto a 18 dall'esecutivo Meloni, terminerà quindi ufficialmente l’ultimo giorno dell’anno.

Una scelta che chiaramente ha suscitato l’ira delle associazioni dei consumatori. Secondo i calcoli di Centro Consumatori Italia, con la fine della riduzione delle accise sui carburanti, le spese per i trasporti su gomma aumenteranno di 5,2 miliardi nel 2023 e i rincari alimenteranno anche l'inflazione, che salirà dello 0,4% a causa dell'aumento dei costi del trasporto merci.

Il Codacons invece evidenzia come, senza un’ulteriore proroga, la maggiore spesa sarebbe di 9,15 euro a pieno. Su base annua +219,6 euro.

I prezzi di benzina e diesel sono comunque scesi rispetto a qualche mese fa grazie al calo delle quotazioni del petrolio sui mercati internazionali, compensando in parte l’aumento delle accise. Secondo le rilevazioni settimanali del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, tra il 19 e il 25 dicembre il prezzo medio nazionale della verde è arrivato a 1,625 euro al litro, a un valore che non vedeva da giugno del 2021. Il diesel è invece a 1,689 euro, ovvero al livello più basso da poco meno di un anno, precisamente dal 31 gennaio 2022.

Ma l’ombra dei rincari per le tasche degli automobilisti aleggia pericolosamente anche all’ambito dei pedaggi autostradali. «Le richieste di rimodulazione del sistema tariffario da parte delle concessionarie autostradali – ha fatto sapere l’Aiscat, l’associazione delle società concessionarie autostradali in una nota – sono in questo momento alla valutazione dei ministeri competenti che stanno analizzando tutte le componenti di un sistema di pedaggi assai complesso, comprese le valutazioni macroeconomiche sull’impatto degli eventuali aumenti concessi».

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