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L’allarme di Visco: “Con questi prezzi di gas e luce le imprese non sopravvivono”

Secondo il numero uno della Banca d’Italia il caro-energia e il caro-gas pesano in maniera fortissima sulle imprese: per fermarli servono lo stop alla guerra e una politica fiscale più incisiva.
A cura di Giacomo Andreoli
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"Con il costo del gas saliti 10 volte in due anni c'è un grande stress sulle industrie, che non possono sopravvivere andando avanti così". A lanciare l'allarme è il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, intervenuto al forum di Bloomberg sull'economia italiana. Il monito arriva dopo che ieri l'autorità per l'Energia Arera ha spiegato che il prezzo del gas rimarrà sui 100 euro a megawattora per tutto il 2022. Secondo l'economista la situazione dei mercati è molto incerta, ma rispondere a queste difficoltà "non è responsabilità delle politiche monetarie": cioè non è colpa della Banca centrale europea.

Importante, invece, è stata la "forte coordinazione di risposta all'invasione russa dell'Ucraina", definita "l'unico modo di affrontare questo shock terribile". A creare l'incertezza, secondo Visco, è soprattutto il tasso di inflazione legato ai prezzi dell'energia, che salgono sì con il proseguire della guerra in Ucraina, ma che anche prima erano in netta crescita. "Se la politica fiscale riesce a raffreddare il passaggio dei prezzi al consumatore finale e se la guerra non dura molto – sottolinea il governatore – potremo non avere una stagnazione o una stagflazione".

La differenza tra Europa e Stati Uniti, però, è forte: "Da noi i prezzi del gas sono cresciuti 8/10 volte la media tra l'inizio del 2020 e il febbraio del 2022, mentre negli Usa solo 2 volte", creando un effetto "molto superiore a quello di uno shock tra domanda e offerta". Lo scenario, però, può ancora peggiorare in caso di blocco delle forniture dalla Russia. Secondo Visco aumenti così pesano molto sull'attività dell'industria e sulla fiducia dei consumatori.

Intanto la Bce ha deciso una graduale normalizzazione della politica monetaria, con l'aggiunta della parola "opzionalità". Per il governatore della Banca d'Italia, ora, "tutte le opzioni di politica monetaria sono aperte: riteniamo di ridurre i nostri acquisti netti di titoli e poi di concluderli, ma vogliamo mantenere condizioni di finanziamento favorevoli. Tuttavia in un mondo normale non ci sarebbero più tassi negativi".

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