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Covid 19

Fisco, sono davvero in arrivo 8,5 milioni di cartelle per i contribuenti italiani?

Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, fa sapere che a giugno riprenderà la normale attività di riscossione, dopo la sospensione dovuta all’emergenza Coronavirus. Da allora al 31 dicembre le cartelle da inviare ai contribuenti italiani dovrebbero essere 8,5 milioni. Vediamo di quali atti si tratta e se c’è possibilità di un’ulteriore proroga che rinvii tutto.
A cura di Stefano Rizzuti
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L’Agenzia delle Entrate potrebbe inviare 8,5 milioni di nuove cartelle ai contribuenti a partire dal primo giugno. A dirlo è Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, durante l’audizione davanti alle commissioni riunite Finanze e Attività produttive della Camera. Ruffini spiega che non è una certezza, ma che questo è il quadro che si potrebbe presentare a giugno se la politica non deciderà di applicare ulteriori proroghe. La cifra indicata dal direttore dell’Agenzia viene fuori mettendo insieme le nuove notifiche normalmente previste e quelle che sono state sospese per l’emergenza Coronavirus. Su questa cifra si è subito acceso il dibattito politico, nato soprattutto per il fatto che molti italiani rischiano di risentire degli effetti della crisi economica prodotta dall’emergenza sanitaria e potrebbero avere difficoltà a pagare queste eventuali cartelle. Cerchiamo, però, di capire cosa siano queste cartelle, a che dati fa riferimento Ruffini e se è inevitabile che vengano spedite realmente ai contribuenti italiani.

Le cartelle sospese per il Coronavirus

Ruffini spiega che Agenzia delle Entrate-Riscossione ha sospeso la notifica di circa 3 milioni di cartelle di pagamento a febbraio e marzo, a cui si aggiungono 2,5 milioni di atti della riscossione il cui invio era previsto ad aprile e maggio. Si tratta di 15mila accertamenti ordinari, 2000mila accertamenti parziali, 4.700 procedimenti di adesione, 1,6 milioni di avvisi di intimazione interruttori della prescrizione, 200mila avvisi di intimazione propedeutici alle azioni di riscossione coattiva, 75mila atti di pignoramento presso terzi, 250mila comunicazioni di preavviso di fermo amministrativo, 350mila solleciti di pagamento.

Le cartelle in arrivo da giugno

Il direttore dell’Agenzia parla, però, anche dell’organizzazione per la fase successiva, quella che andrà dal primo giugno al 31 dicembre. Andranno notificati circa 3,7 milioni di atti e comunicazioni in scadenza entro fine 2020. A questi vanno aggiunti altri 4,8 milioni di atti e comunicazioni che, anche se non in scadenza, hanno l’obiettivo di far sanare ai contribuenti errori grazie solamente al pagamento di una sanzione ridotta. Si tratta, per esempio, dei cosiddetti avvisi bonari. Quindi l’Agenzia si appresta a emettere entro il 31 dicembre circa 8,5 milioni di atti e comunicazioni.

L’Agenzia dovrà riprendere le procedure relative alle cartelle non inviate a febbraio e marzo (circa 3 milioni), così come quelle per l’invio degli altri atti di riscossione: 1,6 milioni necessari per l’interruzione dei termini di prescrizione e 875mila per le azioni di recupero. Vanno poi aggiunte 2 milioni di cartelle da consegnare ad aprile e maggio (e rinviate), così come quelle dei mesi successivi. Per Ruffini, quindi, è necessario valutare tempistiche coerenti con l’emergenza sanitaria ed economica in corso, “evitando di concentrare nel secondo semestre del 2020 la notifica di milioni di atti e comunicazioni”.

L’ipotesi di una pace fiscale

Il timore è quello che molti italiani si trovino a dover pagare le cifre finora non versate al Fisco, con tanto di interessi e sanzioni, in un periodo in cui il Paese sembra andare inevitabilmente verso la crisi economica. Per questo si inizia a ipotizzare la possibilità di una pace fiscale. Ruffini sottolinea che qualsiasi eventuale intervento spetta al Parlamento: “La decisione è politica”. Ma parlando dei precedenti casi di pace fiscale, adottati negli ultimi anni, Ruffini aggiunge: “Tutti i provvedimenti adottati negli anni scorsi erano legati a difficoltà personali di categorie di contribuenti. È evidente che quelle difficoltà oggi sono confermate ed acuite in una realtà emergenziale come questa”. Un’apertura, da parte sua, verso la pace fiscale. Ma su cui la decisione spetta a governo e maggioranza.

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