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Sindaci e presidenti scrivono alla Germania su Eurobond: “Prendete la decisione giusta”

Sindaci e governatori di diversi comuni e regioni d’Italia inviano una lettera alla Germania per chiedere di rimodulare la sua posizione in merito alla richiesta di Eurobond per affrontare l’emergenza coronavirus avanzata dall’Italia nell’ultimo consiglio europeo: “Oggi l’Unione Europea non ha i mezzi per reagire alla crisi in modo unitario – si legge nella lunga lettera – e se non  dimostrerà di esistere cesserà di esistere”.
A cura di Chiara Ammendola
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È una lettera a firma di sindaci e governatori di diversi comuni e regioni d'Italia e dell'eurodeputato Carlo Calenda quella scritta per chiedere alla Germania un cambio di posizione rispetto agli Eurobond chiesti dall'Italia nell'ultimo consiglio europeo per affrontare l'emergenza coronavirus. L'Italia, appoggiata da 9 stati europei tra i quali Francia, Spagna, Belgio e Portogallo, ha però trovato dinanzi a sé il muro di paesi come Germania, Finlandia, Olanda e Austria che si sono opposti alla richiesta proponendo come alternativa il Mes, il Meccanismo europeo di Stabilità, con forme più lievi: "Cari amici tedeschi, con il coronavirus la storia è tornata in Occidente. Dopo trent'anni in cui l'unica cosa rilevante è stata l'economia, oggi la sfida torna ad essere come in passato, politica, culturale e umana – si legge nella lettera firmata tra gli altri dai sindaci di Milano, Bergamo, Padova e Bologna – la prima sfida riguarda l'esistenza stessa dell'Unione Europea. Oggi l'Unione Europea non ha i mezzi per reagire alla crisi in modo unitario. E se non  dimostrerà di esistere cesserà di esistere".

Per questo 9 stati europei (tra cui Italia, Francia, Spagna e Belgio) hanno proposto l'emissione di Eurobond per far fronte alla crisi. Non ci si chiede la mutualizzazione dei debiti pubblici pregressi, ma di dotare l'Unione Europea di risorse sufficienti per un grande "rescue plan" europeo, sanitario, economico e sociale, gestito dalle istituzioni europee.

L'Olanda capeggia un gruppo di paesi che si oppone a questa strategia e la Germania sembra volerla seguire. L'Olanda è un paese che attraverso un regime fiscale "agevolato" sta sottraendo da anni risorse fiscali da tutti i grandi paesi europei. A farne le spese sono i nostri sistemi di Welfare e dunque i nostri cittadini più deboli. Quelli che oggi sono più colpiti dalla crisi. L'atteggiamento dell'Olanda è a tutti gli effetti un esempio di mancanza di etica e solidarietà.

Cari amici tedeschi la memoria aiuta a prendere decisioni giuste

E poi il riferimento al debito della Germania dopo le due Guerre mondiali che al tempo fu dimezzato grazie anche all'intercessione dell'Italia per permettere al paese di poter evitare il default: "Di quella decisione siamo ancora convinti  e orgogliosi – si legge nella lettera – cari amici tedeschi la memoria aiuta a prendere le decisioni giuste. Il vostro posto è con i grandi paesi europei. Il vostro posto è con l'Europa delle istituzioni, dei valori di libertà e solidarietà. Non al seguito di piccoli egoismi nazionali. Dimostriamo insieme che l'Europa è più forte di chi la vuole debole".

I firmatari della lettera sono: Carlo Calenda (eurodeputato), Stefano Bonaccini (governatore Emilia-Romagna), Giovanni Toti ( governatore Liguria), Luici Brugnano (sindaco Venezia), Marco Brucci (sindaco Genova), Valeria Mancinelli (sindaco Ancona), Virginio Merola (sindaco Bologna), Giuseppe Sala (sindaco Milano), Emilio Del Bono (sindaco Brescia), Sergio Giordini (sindaco Padova), Giorgio Gori (sindaco Bergamo), Francesco Italia (sindaco Siracusa).

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