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Covid 19

Con il lockdown ferme in Italia 2,1 milioni di imprese: generano il 41,4% del fatturato complessivo

Secondo un rapporto Istat sull’impatto del Covid-19 nel tessuto produttivo con il lockdown si sono fermate 2,1 milioni di imprese, che generano – sulla base dei dati riferiti al 2017 – 1.334 miliardi di euro di fatturato (il 41,4 per cento del livello complessivo) e 309 miliardi di valore aggiunto (il 39,5 per cento del totale).
A cura di Annalisa Cangemi
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Con il lockdown disposto in Italia per l'emergenza coronavirus, le attività formalmente sospese riguardano 2,1 milioni di imprese (poco meno del 48% del totale), che impiegano 7,1 milioni di addetti (di cui 4,8 milioni di dipendenti). È uno dei dati che emerge da un approfondimento dell'Istat sui 787 settori di attività economica, secondo la classificazione Ateco a 5 cifre e relativo al Registro statistico esteso sui risultati economici delle imprese (Frame-SBS), che contiene dati individuali su tutte le imprese industriali e dei servizi attive nel nostro paese (circa 4,4 milioni di unità), integrato con ulteriori registri statistici (sulle imprese importatrici ed esportatrici e sul lavoro in particolare).

Le imprese sospese generano – sulla base dei dati riferiti al 2017 – 1.334 miliardi di euro di fatturato (il 41,4 per cento del livello complessivo) e 309 miliardi di valore aggiunto (il 39,5 per cento del totale). Bisogna però sottolineare che tale quantificazione non prende in considerazione le unità produttive che pur operando in settori con attività sospesa hanno notificato richiesta di deroga alla prefettura competente.

I provvedimenti di chiusura anti-Covid hanno riguardato in maniera più pervasiva l'industria: quasi i due terzi delle imprese industriali, che rappresentano il 46,8 per cento del fatturato e il 53,2 per cento del valore aggiunto del macro-settore, hanno dovuto sospendere la propria attività.

Secondo l'Istat nel terziario l'incidenza delle imprese che operano in comparti la cui attività è interrotta è del 43,8 per cento, il 37,2 per cento in termini di fatturato e il 29,9 per cento in termini di valore aggiunto. Il lockdown incide in misura maggiore nel comparto industriale anche dal punto di vista occupazionale: il 59,3 per cento degli addetti del settore afferiscono ad attività sospese, contro il 35,2 per cento riscontrato nei servizi. In questo contesto, la sospensione delle attività ha inciso soprattutto nel Nord-Est (dove il 50,1 per cento dell'occupazione afferisce ad attività sospese) e nel Nord-Ovest (43,3 per cento), mentre la quota è via via inferiore nel Centro (41,3 per cento), nel Sud (41,1 per cento) e nelle Isole (33,6 per cento).

Come il lockdown ha inciso sulle esportazioni

Per quanto riguarda l'export, i settori al momento sospesi rappresentano il 63,9 per cento delle esportazioni di beni e realizzano all'estero il 20,4 per cento del fatturato, contro l'8,1 di quello prodotto dalle imprese operanti nei settori aperti. In particolare, per quanto riguarda il comparto industriale, il 66,4 per cento delle esportazioni sono generate da settori sospesi, che mostrano una propensione all'esportazione ampiamente superiore a quella riscontrata in quelli attivi (35,0 per cento di incidenza delle esportazioni sul fatturato rispetto al 15,6 per cento).

Le imprese che operano in settori sospesi sono anche caratterizzate da un numero medio di Paesi di destinazione dell'export più elevato (10,4 contro 8,1 nell'industria, 13,7 contro 10,9 per il totale economia) e un maggior numero medio di prodotti esportati (8,9 contro 6,0 nell'industria, 12,3 contro 9,9 per il totale economia) rispetto a quelli attivi. Tenendo in considerazione la destinazione delle esportazioni, la sospensione delle attività produttive interessa in maniera particolare il commercio con la Cina (l'80,9 per cento delle esportazioni si generano in settori sospesi), con la Germania (76,4 per cento) e con la Francia (71,0 per cento). Minore, seppure significativo, l'impatto delle chiusure sulle esportazioni destinate alla Spagna (61,4 per cento) e agli Stati Uniti (53,7 per cento).

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