Cina, terza svalutazione dello yuan in 3 giorni

Continua l'operazione straordinaria di Pechino per svalutare la sua moneta. La banca centrale cinese, la Peoples Bank of China, infatti oggi per la terza giornata consecutiva ha deciso una nuova svalutazione dello yuan per rafforzare l'economia locale. L'operazione, ancora una volta senza preavviso spiazzando così i mercati finanziari, ha visto un "aggiustamento" del tasso di cambio giornaliero in ribasso di un altro 1,1% dopo che martedì la banca aveva svalutato per la prima volta la moneta cinese dell'1,9% e ieri dell'1,6%. In sostanza lo yuan è stato svalutato del 4.65% in appena 72 ore, la più' imponente svalutazione della moneta cinese degli ultimi 20 anni. Il tasso di cambio quindi adesso è di 6,4010 yuan contro il dollaro statunitense, ha spiegato il China Foreign Exchange Trade System, anche se la banca centrale deve ancora confermare quest'ultima operazione.

L' obiettivo della Peoples Bank of China (Pboc) è quello di lasciare che sia il mercato a decidere il tasso di cambio della valuta cinese. Lo ha sostenuto Yi Gang, vice governatore della Pboc in una conferenza stampa tenuta oggi a Pechino, spiegando che la banca centrale cinese si asterrà "da interventi regolari sul mercato dei cambi". Il vice governatore ha aggiunto che il cambio lo yuan verrà mantenuto ad un livello "più o meno stabile e ragionevole". Rassicurazioni che dovrebbero almeno nelle intenzioni tranquillizzare i mercati visto che la svalutazione di ieri ha fatto bruciare alle Borse europee oltre 227 miliardi. Buone notizie in questo senso arrivano dal Gippone dove l'indice Nikkei sembra aver assorbito il colpo e, dopo un’incertezza iniziale, ha terminato gli scambi con un rialzo dello 0,99%. Anche l’indice sudcoreano Kospi è cresciuto dello 0,4%, mentre l’Hang Seng di Hong Kong ha guadagnato lo 0,3%.