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Chi gestisce le autostrade nel resto d’Europa?

Il governo ha annunciato di aver raggiunto un accordo con Aspi per la gestione delle autostrade italiane. Che passeranno di fatto a essere una public company, sotto il controllo dello Stato. Ma come stanno le cose nel resto d’Europa? Vediamo chi gestisce la rete autostrade in Germania, Francia, Spagna e Regno Unito.
A cura di Annalisa Girardi
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Il governo ha annunciato di aver raggiunto un accordo con Aspi per la gestione delle autostrade italiane. Al momento il gruppo Atlantia, che fa capo alla famiglia Benetton, controlla l'88% della società: questa percentuale scenderà in una prima fase a quota 10-12%, il minimo indispensabile per entrare in Consiglio di amministrazione, mentre lo Stato farà il suo ingresso al 51% attraverso la Cassa depositi e prestiti (Cdp). Il Movimento Cinque Stelle, che dal crollo del ponte Morante continuava a spingere per una revoca delle concessioni agli imprenditori veneti, esulta. Il ministro per lo Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha commentato: "Il M5s lo dice da sempre, la privatizzazione è stata un suicidio economico oltre che gestionale. Riportare allo Stato le infrastrutture autostradali è stato importante. Ritorna agli italiani ciò che è sempre stato loro: una importante infrastruttura autostradale".

Ma come stanno le cose nel resto d'Europa? Nell'ultimo decennio la è aumentata la partecipazione del settore privato nei finanziamenti e nella gestione delle autostrade in tutta Europa. L'intervento dello Stato in un ambito come quello delle infrastrutture è diffuso, ma anni di debiti hanno favorito sempre di più l'ingresso di capitale privato: le autostrade europee sono quindi nate generalmente con fondi pubblici, per poi aprire alla privatizzazione. I casi comunque sono diversi tra i Paesi europei: se in Germania la rete è quasi interamente pubblica, in Spagna le autostrade sono state realizzate da concessionari privati. Vediamo nello specifico come vengono gestite le autostrade negli altri Paesi europei.

La Germania

Come anticipato, in Germania la rete autostradale, l'Autobahn, è stata realizzata totalmente con fondi pubblici. Per lungo tempo viaggiare lungo le autostrade tedesche era completamente gratis. Dal 2004 però l'Agenzia VIFG si occupa del finanziamento dell'infrastruttura grazie al contributo degli utenti, e non più con i soldi dello Stato: i pedaggi vengono calcolati tramite sistema satellitare e dipendono da vari fattori, come il percorso seguito o la classe di emissione del veicolo. Sono comunque imposti solo alle vetture con massa a pieno carico superiore alle 12 tonnellate. Dalla metà degli anni Novanta anche agli investitori privati è permesso costruire alcune tratte (ma anche specifiche infrastrutture come tunnel o gallerie), ma questa procedura di rado viene utilizzata e lo Stato rimane il primo ente a intervenire nella rete.

La Francia

Al contrario, in Francia la rete autostradale è stata interamente costruita da società private. Per percorrere le autostrade francesi, come nel nostro Paese, bisogna pagare un pedaggio che viene riscosso a dei caselli. Negli anni Settanta quattro consorzi privati ottennero le concessioni per la gestione dell'infrastruttura, che vennero però poi revocate quando tre di questi si trovarono in completo dissesto finanziario. Parigi decise quindi di nazionalizzare le autostrade attraverso un'agenzia pubblica chiamata ADF. A partire dagli anni Duemila, tuttavia, i privati tornano a interessarsi della gestione delle rete autostradale e il governo apre a questo tipo di capitali. Oggi sono diversi i concessionari privati che controllano le autostrade francesi. A differenza di quanto avviene in Italia però, gli atti dei contratti sono pubblici e la gestione delle concessioni è sotto la Direzione generale delle infrastrutture, dei trasporti e del mare (Dgtim). Oltre a indire gare e appalti, ogni anno questa prepara una relazione sulle attività del concessionario e tutti i dati sono consultabili sul sito del ministero francese.

La Spagna

In Spagna i pedaggi sono previsti solo sul 20% della sua rete autostradale e vengono definiti dal ministero dei Lavori pubblici. In alcune tratte specifiche potrebbero però essere applicate delle tariffe di cogestione. Le autostrade spagnole funzionano in questo modo dal 2012. Costruita da concessionari privati tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta, la rete ha potuto comunque beneficiare di prestiti da parte dello Stato. Che, dopo la profonda crisi che attraversò il Paese negli anni Settanta, decise di nazionalizzare alcune società che gestivano le autostrade spagnole. Anche se negli anni Duemila molte concessioni sono state nuovamente affidate a privati, al 2012 la maggior parte della rete nella penisola era sotto diretta gestione statale: su oltre tremila chilometri, solo poco più di cinquecento sono controllati da privati. 

Il Regno Unito

Anche la rete autostradale nel Regno Unito inizialmente era gratuita. Costruite dallo Stato, le autostrade britanniche erano affidate a concessioni private solo in rare eccezioni. Queste però, che riguardano specialmente ponti e altri siti particolari, si trasformarono generalmente in esperienze talmente positive che Londra decise di allargare la presenza di capitale straniero nella gestione delle autostrade. Tra il 1994 e il 2013 vengono realizzati tredici progetti finanziati da privati, che possono mantenere la concessione per un massimo di trent'anni. La remunerazione degli operatori è legata alla qualità del servizio, al livello di sicurezza e alla capacità di gestire al meglio la circolazione. La rete autostradale britannica rimane per la grande maggioranza gratuita: l'unica tratta che richiede un pedaggio è quello della M6 Toll.

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