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Cartelle esattoriali, dopo il rinvio c’è l’ipotesi rateizzazione

Le cartelle esattoriali rinviate alla fine del 2020, prima al 15 gennaio, poi al 31, ora dovrebbero scalare al 1 marzo. Ma non solo: in attesa di varare il quinto decreto Ristori, che dovrebbe prevedere una nuova rottamazione e il saldo e stralcio, il Governo pensa di rateizzare i pagamenti per alcune categorie di cittadini.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Cartelle esattoriali rinviate al 1 marzo. E anche rateizzabili. Dopo il rinvio dell'ultimo minuto al 15 gennaio, poi allungato a fine mese, ora sembra che la scadenza sia destinata ad essere prorogata per un ulteriore mese, al 1 marzo prossimo. Il tutto in attesa del varo del quinto decreto ristori, bloccato a causa della crisi di Governo, che prevede una serie di provvedimenti di pacificazione fiscale. È l'articolo 1 del dl 3/2021 che ha stabilito che la scadenza fosse rimandata dal 31 dicembre al 31 gennaio, ma il periodo deve ancora essere allungato fino a marzo, probabilmente con un provvedimento che possa essere legato a filo doppio al quinto decreto ristori.

Con questa modifica, le somme non versate – le quote non pagate al 31 dicembre 2020 – andrebbero risarcite in un'unica soluzione entro il 1 marzo. Tra le eccezioni, segnalate dal Sole 24 Ore, c'è il caso del debitore che ha ricevuto una cartella esattoriale che, all'8 marzo scorso, non aveva ancora visto scadere i 60 giorni dalla notifica. In questo caso il cittadino interessato potrà chiedere la rateizzazione del pagamento già nel mese di febbraio.

Un'altra categoria a cui dovrebbe essere concessa la dilazione del pagamento è quella di chi, sempre all’8 marzo scorso, aveva cartelle o atti di accertamento scaduti e mai dilazionati. Ma anche ai cittadini che avevano rateizzazioni già decadute. In ognuno di questi casi menzionati, in cui è possibile la dilazione, se la domanda viene presentata entro la fine dell'anno, si potrà beneficiare anche dell'ampliamento a dieci rate non pagate il limite massimo oltre il quale decade la dilazione. Ma non finisce qui: sempre se la domanda viene trasmessa entro il 2021, contribuenti che avevano piani di rientro decaduti a marzo dello scorso anno possono avere una nuova dilazione senza dover pagare le rate scadute.

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