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Ebola, parla il paziente italiano guarito: “Trattato come un amico”

Stefano Marongiu, l’infermiere di Emergency guarito dall’ebola, ha detto: “Come infermiere mi sono sentito dire spesso grazie, ma oggi sono io che devo ringraziare tutte le persone che hanno creduto e reso possibile la mia guarigione”.
A cura di Davide Falcioni
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"Mi hanno trattato prima ancora che da paziente da amico". Sono state queste le prime parole pronunciate in conferenza stampa da Stefano Marongiu, l'infermiere di Sassari che ha contratto l'ebola lavorando – come volontario di Emergency – in un ospedale della Sierra Leone, paese in cui l'epidemia ha provocato centinaia di vittime. L'uomo è stato dimesso questa mattina dall'ospedale Spallanzani di Roma dopo un ricovero di 28 giorni: "Come infermiere mi sono sentito dire spesso grazie, ma oggi – ha detto Stefano – sono io che devo ringraziare tutte le persone che hanno creduto e reso possibile la mia guarigione. Grazie Italia".

Stefano quindi prosegue, con le mani che gli tremano per l'emozione e gli occhi lucidi di commozione: "Se oggi sto bene e ve lo garantisco, mi sento davvero bene, il merito va a questa macchina perfetta di uomini e donne che sono riusciti lì dove la letteratura scientifica si ferma". Il sardo era tornato in Italia il 7 maggio scorso dopo uno scalo a Casablanca, in Marocco. E' stato lui stesso ad auto-isolarsi appena ha avvertito i primi sintomi. Una volta arrivato a Sassari è stato trasferito a Cagliari, e dal capoluogo sardo imbarcato su un C-130 dell'Aeronautica Militare verso lo Spallanzani, sempre isolato in una barella ad alto bio-contenimento. L'arrivo di Marongiu a Sassari aveva destato una certa apprensione, tanto che altre 19 persone erano state poste in isolamento precauzionale: "Non avrei mai messo a rischio la salute delle persone a me care – ha spiegato l'uomo – quando ho capito di aver contratto il virus, ho seguito scrupolosamente tutte le procedure internazionali per evitare il contagio e non sarei mai partito se mi fossi reso conto di aver contratto Ebola".

Presto Stefano rientrerà a casa, dove ad attenderlo ci sono i suoi familiari (e i suoi cani): "Ho bisogno di passare del tempo con i miei familiari ma vorrei tanto poter aiutare l'attività medico-scientifica dello Spallanzani e non escludo di tornare con Emergency nei luoghi dove si ha più bisogno d'aiuto, perché Ebola si può e si deve combattere". Ma come è stato curato Marongiu? Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani, ha raccontato di aver somministrato favipiravir e Mill77. I farmaci sono stati resi disponibili dall'Aifa "e grazie alla sinergia e collaborazione – ha aggiunto Ippolito – di molti paesi come Giappone, Cina e Gran Bretagna che ci hanno permesso di avere le scorte necessarie".

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