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Domani scioperano medici e veterinari: “Sanità italiana al collasso”

Secondo il sindacato Anaao: “Si rischia un ulteriore taglio dei servizi, ci sono 10 milioni di ore l’anno non retribuite e migliaia di anni di ferie non godute. Il sistema si sta reggendo unicamente su queste storture a scapito del personale che vi lavora”.
A cura di Davide Falcioni
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Medici e veterinari del Servizio Sanitario Nazionale incroceranno le braccia domani, martedì 12 dicembre, per tutta la giornata: lo sciopero è stato indetto per protestare contro i mancati investimenti dalla legge di bilancio 2018, ora all'esame del Parlamento. Il Vice Segretario Nazionale Vicario Anaao Carlo Palermo ha spiegato al Quotidiano Sanità le motivazioni dell'agitazione. " Lo Stato con una mano elargisce 1 miliardo in più alla sanità, ma con l'altra toglie tutte le risorse aggiuntive". Poi insiste: "La sanità italiana è al collasso. Si rischia un ulteriore taglio dei servizi, ci sono 10 milioni di ore l'anno non retribuite e migliaia di anni di ferie non godute. Il sistema si sta reggendo unicamente su queste storture a scapito del personale che vi lavora. Chiediamo ora che si liberino almeno le risorse accessorie e che queste vengano usate per pagare le guardie, gli straordinari, la produzione e così via. Siamo poi molto favorevoli ad una tassa di scopo come quella sul fumo presentata da un emendamento della Commissione Sanità per liberare nuove risorse da destinare al Ssn. Infine, chiediamo che i 300 milioni richiesti alle Regioni come contributo alla finanza pubblica non vengano sottratti alla sanità o, in alternativa, che se ne faccia carico il Governo".

Per i sindacati nella Manovra non vi sarebbero segnali di attenzione ai medici, ai veterinari ed ai dirigenti sanitari dipendenti del Ssn, "al valore ed al peso del loro lavoro, alla importanza dei loro sacrifici nella tenuta del servizio sanitario; stigmatizzano lo stallo del rinnovo del contratto di lavoro, dopo 8 anni di blocco legislativo, che contribuisce alla mortificazione del ruolo, della autonomia, della responsabilità professionale ed al peggioramento di condizioni di lavoro insostenibili a fronte di livelli retributivi fermi al 2010"

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