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Dialoghi choc al canile Parrelli di Roma: “Ogni cane morto è uno di meno”

Torna a far discutere il canile Parrelli di Roma: un canile definito da molti un vero e proprio “lager” e che ora è al centro di alcune intercettazioni in cui si parla di sopprimere i cani. Intercettazioni choc che hanno spinto la Procura a interessarsi della struttura della signora Pina.
A cura di Susanna Picone
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Torna a far discutere il canile Parrelli di Roma: un canile definito da molti un vero e proprio “lager” e che ora è al centro di alcune intercettazioni in cui si parla di sopprimere i cani. Intercettazioni choc che hanno spinto la Procura a interessarsi della struttura della signora Pina.

Pina Parrelli, la proprietaria del canile di Roma che si trova sulla via Prenestina, per molti è tutt’altro che una persona attenta alle esigenze degli animali che custodisce nella sua struttura. Soprattutto in rete spesso si è parlato del canile romano, da molti animalisti definito una sorta di “lager” per i cani. Accuse che ora iniziano ad avere delle basi più solide: il Corriere della Sera riporta alcuni stralci di intercettazioni che hanno spinto la Procura a interessarsi del caso. Sono dialoghi choc, nei quali si parla di sopprimere i cani, e avvenuti, a quanto pare, tra la proprietaria del canile romano, appunto Pina Parrelli, e la sua assistente rumena Cristina. Domande come “Dobbiamo sopprimerli, è pronta la siringa?” e risposte scioccanti: “Ogni cane morto è uno in meno”. Voci intercettate che fanno capire come al canile Parrelli gli animali vengano periodicamente ammazzati.

“Tutti quelli che possiamo sopprimere, li dobbiamo sopprimere. Tutti!” e, ancora, si possono ascoltare le lamentele di quella che dovrebbe essere la signora Pina: “Quanto mi piacerebbe sopprimerli tutti, che morissero tutti!”. Nelle intercettazioni emerge anche come non tutti i cani abbiano il microchip, dotazione importante per garantire trasparenze e regolarità di gestione. Da parte sua, secondo quanto scrive il quotidiano, la signora Pina Parrelli si difende dicendo di aver avuto molti processi ma di essere sempre stata assolta: in una recente intervista l’anziana proprietaria del canile aveva spiegato che la sua storia “insegna che salvare un animale è la cosa più importante, anche a costo di subire ingiustizie”. E anche il Comune, almeno finora, ha trovato tutto in regola nei periodici sopralluoghi compiuti al canile romano.

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