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Alicudi, isola con 100 abitanti e ben 600 capre: il sindaco le regala, è boom di richieste

La Regione Siciliana ha pubblicato un avviso pubblico per “l’alienazione gratuita delle capre selvatiche” che vivono sull’isola più piccola delle Eolie. “Abbiamo ricevuto tantissime richieste”, racconta a Fanpage.it Riccardo Gullo, sindaco di Lipari. Ogni animale sul mercato avrebbe un valore di poco meno di duecento euro.
A cura di Luisa Santangelo
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Le capre selvatiche sull'isola
Le capre selvatiche sull'isola

"Quando si perde un capretto uno non è che ci fa caso. È che poi quel capretto cresce, magari sta insieme con un'altra capretta che si era persa…". Il problema delle capre in sovrannumero, ad Alicudi, sembra essere nato così. Qualche fuga sporadica, che va datata indietro almeno di un decennio, e che adesso ha trasformato la faccenda dei caprini nell'arcipelago delle Eolie in un caso internazionale. Finito addirittura sulle pagine del quotidiano britannico Guardian per via di un bando pubblico: l'"avviso per l'alienazione gratuita di capre selvatiche" dell'assessorato all'Agricoltura della Regione Siciliana. Letteralmente: si danno via le capre. Solo, però, ad allevatori che fossero disposti ad andarle a prendere direttamente al porto.

Cento abitanti e seicento capre: come fare richiesta

Delle Isole Eolie, Alicudi è la più piccola, la più distante da Lipari (centro amministrativo dell'arcipelago) e la più selvaggia. Famosa per le strade adatte più agli asini che ai motori (e per le scene di "Caro Diario" di Nanni Moretti), conta un centinaio di abitanti. E più di 600 capre. "Alicudi è davvero in difficoltà", spiega Carolina Barnao, assessora ai Diritti degli animali del Comune di Lipari.

"Il problema, in misura minore, però esiste anche altrove: a Ginostra e a Vulcano, per esempio – prosegue Barnao – Ma ad Alicudi l'invasione delle caprette è notevole. Vanno sui terri delle case, mangiano quello che c'è negli orti, rompono le vasche dell'acqua, distruggono i nostri muretti a secco". Questi ultimi, peraltro, dichiarati nel 2018 patrimonio immateriale dell'umanità dall'Unesco.

I video che arrivano direttamente dall'isola non nascondono la situazione: le capre saltano nei giardini, passeggiano in mezzo alla strada, brucano l'erba nei terrazzamenti a strapiombo sul mare incontaminato della riserva naturale. "Abbiamo fatto fare un'indagine scientifica su questi animali, perché per noi è importante soprattutto la loro salute e il loro benessere", aggiunge l'assessora.

Esiste, infatti, un Piano di monitoraggio e contenimento delle bestie arcudare redatto dagli uffici dell'assessorato allo Sviluppo rurale della Regione Siciliana, approvato dall'Ispra a novembre 2023. A cui ha fatto seguito un "piano esecutivo" per l'"eradicazione della popolazione di capra domestica inselvatichita". Dagli studi sul territorio è emerso che si tratta di capre autoctone, "con similitudini fenotipiche della razza siciliana Girgentana e fenotipi riconducibili alle razze Saanen e Nana tibetana". Entro le 14 del 10 aprile 2024 gli allevatori di tutt'Italia potranno fare richiesta di acquisire gratis fino a un massimo di 50 capi di bestiame, che dovranno trasportare a proprie spese (e cure) fino a destinazione.

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Pioggia di offerte

"Abbiamo ricevuto tantissime richieste", racconta a Fanpage.it Riccardo Gullo, sindaco di Lipari. "Tra le opzioni era stata ventilata anche quella di abbattere gli animali in sovrannumero, ma io non ci posso pensare. Sono un animalista convinto, non ho mai nemmeno pescato un pesce, si figuri – dice – Abbiamo ragionato su questa faccenda delle adozioni agli allevatori anche perché così abbiamo maggiori certezze rispetto al fatto che, dopo avere lasciato l'isola, le capre vengano trattate bene, magari destinate a progetti di avvicinamento dei bambini agli animali. Oggi un imprenditore ha telefonato per sapere se poteva prenderle subito tutte e seicento".

A spanne, secondo il primo cittadino, ogni animale sul mercato avrebbe un valore di poco meno di duecento euro. Quelle di Alicudi, invece, sono gratuite e saranno consegnate a chi ne avrà fatto richiesta, e avrà i requisiti, solo dopo che l'Asp veterinaria della provincia di Messina avrà fatto tutti i controlli sanitari precedenti alla movimentazione degli animali.

Le altre isole a rischio

Se l'esperimento funzionerà, si potrà valutare di replicarlo anche nelle altre zone delle Eolie che vivono un aumento troppo rapido della popolazione caprina. "Filicudi è un po' più grande, quindi lo si soffre meno, Salina pure… Poi c'è il fatto di Ginostra, a Stromboli". Nel villaggio strombolano, però, forse i pochi residenti sono riusciti a risalire all'inizio della genìa: "Più di una decina di anni fa, una stalla è andata incendiata e le caprette che c'erano dentro sono fuggite. Dovrebbe essere cominciato tutto da lì". Una teoria che passa di bocca in bocca ma che, ancora, non ha acquisito la forma della certezza.

"Per mio convincimento – continua il sindaco Gullo – sulla natura bisogna intervenire sempre coi piedi felpati. Io spero, e in questo sono confortato dagli esperti, che abbiamo fatto la scelta migliore possibile e che queste capre vivano una vita felice. Ce n'è una enorme, maestosa. Mi dicevano che la si vede saltare sulle strade di Alicudi, che sono tutte in pendenza, con un sacco di eleganza. Chissà perché le capre si trovano così bene nelle nostre isole: così particolari, così solitarie… Vuol dire che sono capre di buon gusto".

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