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Di Pietro fa dietrofront: non è il candidato governatore del centrosinistra in Molise

Di Pietro ha declinato con un “No grazie” alla proposta di correre per la presidenza della Regione Molise. Ora il tempo stringe per il centrosinistra, che dovrà individuare in fretta un nuovo candidato.
A cura di Annalisa Cangemi
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Antonio Di Pietro ieri sera ha declinato l'invito. L'ex magistrato ha rifiutato la candidatura del centrosinistra per la presidenza della Regione Molise. "No grazie", ha detto l'ex pm di Mani Pulite durante intervento telefonico alla trasmissione "Moby Dick" su Telemolise. "Sono arrivato da poco (a Montenero di Bisaccia, suo paese natale, ndr) per potare l'olivo e devo sistemare la campagna".

Di Pietro, almeno secondo le indiscrezioni, doveva essere la figura di sintesi per una ritrovata intesa della coalizione dopo i numerosi dissapori dei mesi scorsi, che avevano determinato anche clamorosi abbandoni. Ora, dunque, dopo il "gran rifiuto", la priorità per il centrosinistra molisano è quella di individuare un nuovo candidato e il tempo stringe. Tra due settimane, infatti, dovranno essere presentate le liste.

Solo 24 ore prima il figlio di Antonio Di Pietro, Cristiano, aveva manifestato su Facebook l'entusiasmo per la discesa in campo del padre alle regionali: "Pronto a tornare a fare il soldato e ad attaccare i manifesti da militante! Tornerei volentieri al mio lavoro sapendo di affidare la Regione Molise alla sua competenza". Poi questa mattina ha invece pubblicato un messaggio di commento dopo il rifiuto del padre, senza nascondere la delusione: "Sarebbe stato bello… vabbè andiamo avanti!". Su Facebook però ancora campeggia come copertina della sua pagina il logo della lista presentata dal padre qualche settimana fa, Grande Molise. Consigliere uscente di maggioranza con il presidente uscente Paolo Frattura, il figlio dell'ex pm di prima mattina, a quanto risulta, aveva provato a chiedere al padre Tonino se la notte avesse portato consiglio, ma davanti al fermo rifiuto di accettare la candidatura unitaria del centrosinistra, anche lui si è rassegnato. Almeno così pare, anche se non è detta l'ultima parola. Perché il brusco dietrofront del fondatore dell'Idv sarebbe dovuto ad un iniziale irrigidimento di alcuni elementi della lista dell'Ulivo 2.0, aggregazione di centrosinistra alternativo a Frattura, ma non necessariamente in contrapposizione al Pd, a patto però che Frattura, come ha fatto, si fosse fatto da parte. Questa mattina a Campobasso si è svolta appunto la riunione dell'Ulivo 2.0, proprio per fare il punto della situazione.

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