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Delitto Pasolini, la Procura di Roma chiede di archiviare la nuova inchiesta

Secondo gli inquirenti, il Dna ritrovato sugli abiti di Pasolini non è attribuibile.
A cura di Antonio Palma
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Ancora nessun certezza sul delitto di Pier Paolo Pasolini. Neanche la nuova indagine e i conseguenti accertamenti scientifici delle forze dell'ordine sono riusciti a dare risposte ai molti interrogativi sulla morte violenta del poeta e regista e oggi la Procura di Roma ha chiesto di archiviare la nuova indagine avviata sui fatti di 39 anni fa. Secondo gli inquirenti, infatti, il Dna ritrovato sugli abiti che Pier Paolo Pasolini indossava la notte della tragedia all'Idroscalo di Ostia non è attribuibile. Su quegli abiti che il poeta indossava la notte del 2 novembre del 1975 gli esperti dei reparti scientifici delle forze dell'ordine avevano individuato almeno cinque codici genetici, ma purtroppo a nessuno di essi è stato possibile dare "un nome". La richiesta di archiviazione formulata dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e dal sostituto Francesco Minisci, a cui erano state affidate le indagini, ora sarà valutata dal gip.

L'inchiesta sulla morte di Pasolini

La nuova indagine era stata nata dopo la denuncia presentata da Guido Mazzon, cugino della vittima, nel 2010. A seguito del fascicolo d'inchiesta della Procura capitolina, rimasto sempre a carico di ignoti, i Ris dei carabinieri avevano individuato alcuni codici genetici che però non è stato possibile attribuire. Gli inquirenti, inoltre, non sono riusciti a collocare "temporalmente" i dna identificati. "È impossibile determinare se quelle tracce sugli indumenti siano precedenti, coevi o successivi all'evento delittuoso" spiegano dalla Procura. I pm infine ricordano che anche dalle numerose testimonianze acquisite in questi ultimi, compresa quella di Pelosi, l'unico condannato per la morte di Pasolini, non è arrivato nessun elemento utile.

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