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Delitto di Cogne: Annamaria Franzoni condannata per calunnie

Annamaria Franzoni, già in carcere per l’omicidio del figlio Samuele, è stata condannata per calunnie verso Ulisse Guichardaz dal tribunale di Torino. La pena stabilita dal giudice Roberto Arata è di 1 anno e 4 mesi.
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Il delitto di Cogne, il caso di cronaca che più di tutti ha diviso l'opinione pubblica negli ultimi anni, creando addirittura la divisione della stessa in due distinte fazioni, quella degli innocentisti e dei colpevolisti, circa le responsabilità di Annamaria Franzoni, torna a far palare di sé. Annamaria Franzoni, già nel carcere della Dozza a Bologna dove sta scontando la pena per l'omicidio di suo figlio, il piccolo Samuele Lorenzi, è stata condannata a un anno e quattro mesi di reclusione per calunnie a danno di Ulisse Guichardaz.

I fatti risalgono a due anni dopo la tragica morte di Samuele Lorenzi, e precisamente al luglio del 2004: forse in un disperato tentativo di sviare le indagini degli inquirenti dalle indagini sulla Franzoni, la donna insieme con il marito sporge denuncia contro Ulisse Guichardaz, un vicino di casa della famiglia. Le motivazioni addotte alla denuncia sono la presunta colpevolezza dell'uomo, additato come responsabile del delitto di Samuele. La conferma di tale ipotesi sarebbe rinvenibile, a detta dei due coniugi, nell'abitudine dell'uomo di portare occhiali da sole (un'occorrenza piuttosto frequente per i guardaparchi come il signor Guichardaz che devono difendersi dalle rifrazioni della luce sui ghiacciai ad alta quota) e di mostrare attenzioni moleste nei confronti della donna. Tali particolari, però, non erano fino a quel momento noti agli inquirenti ed erano stati palesati dalla Franzoni soltanto al momento della denuncia; ad ogni modo non hanno trovato conferma negli interrogatori agli altri soggetti coinvolti nella vcienda.

L'uomo fu ascoltato parecchie volte nel corso degli anni, mentre con l'inizio del processo d'appello non venne mai più chiamato in causa.  Durante i diversi interrogatori ha confermato sempre un'unica versione dei fatti, fornendo un alibi verificabile che dimostrava l'assoluta estraneità di Guichardaz al delitto. Oggi il giudice Roberto Arata del tribunale di Torino ha stabilito che quella denuncia rappresenta un atto di calunnia che la signora Franzoni avrebbe commesso "in concorso con altri" (di cui però non si specifica l'identità) . A presenziare alla lettura della sentenza in aula c'era il marito della Franzoni, Stefano Lorenzi che però ha preferito non commentare con i cronisti la decisione del giudice.

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