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Omicidio Ancona, 18enne aveva tre caricatori. In un biglietto scrisse: “Li ho uccisi io”

Antonio Tagliata dice di essere stato minacciato dal padre della fidanzatina, ma a quell’appuntamento in cui avrebbe voluto “solo chiarire” si era presentato con caricatori e pistole.
A cura di Biagio Chiariello
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UPDATE ore 21.44 – Per quanto debole, il movente del delitto fornito da Antonio Tagliata agli inquirenti scricchiola ulteriormente. La polizia, infatti, avrebbe trovato nella casa del 18enne un biglietto con scritto: "Confesso l'omicidio di Fabio Giacconi e Roberta Pierini". Ciò dimostrerebbe una volta di più che il ragazzo era fin dall'inizio intenzionato a commettere un duplice omicidio. Nella sua stanza, inoltre, Antonio ha lasciato tre lettere destinate alla madre, al padre e ai fratelli: parole in cui il ragazzo chiedeva scusa per quello che stava per compiere. I familiari le hanno interpretate come l'annuncio di un suicidio, e solo per questo hanno chiamato la polizia, nn sospettando che invece il 18enne stava per compiere una strage.

E’ in coma irreversibile Fabio Giacconi, il sottufficiale dell’Aeronautica ferito a colpi di pistola dal fidanzato della figlia, Antonio Tagliata, 18 anni, ad Ancona. Il giovane è in stato di fermo con la ragazza di 16 anni. Ha confessato l'omicidio della madre della minorenne, Roberta Pierini e il ferimento del padre. Al magistrato, scrive oggi il Corriere della Sera, ha ripetuto che "non voleva uccidere, che si era procurato la pistola perché il padre della sua fidanzata mi aveva minacciato". Eppure il ragazzo si sarebbe presentato a casa della fidanzatina  con una pistola calibro 9, un caricatore con 15 colpi inserito, altri due pronti e ancora proiettili nelle tasche. "Ero armato perché ero convinto di morire io", avrebbe ancora detto Antonio, che ora è rinchiuso in carcere, mentre la sedicenne, che afferma di non aver neanche toccato le armi, si trova in una comunità protetta. “Non doveva finire così", ha detto la ragazza. "Eravamo andati a cercare un chiarimento". Secondo gli inquirenti, infatti, il delitto sarebbe stato scatenato dall’opposizione dei genitori della 16enne alla storia d'amore con Tagliata.

La 16enne: "Non ho sparato, sono fuggita perché avevo paura"

I  pm, Andrea Laurino per Tagliata, e Anna Weger della procura dei minori per la sedicenne, stanno cercando di dare una spiegazione anche ad altri elementi che contornano il dramma di Ancona. Innanzitutto, come un 18enne si sia procurato caricatori e pistole, che aveva la matricola cancellata. Antonio, che si è rasato i capelli, probabilmente per non farsi riconoscere dalle forze dell’ordine nel corso della fuga, ha detto di averla presa una settimana fa, ma ha dato indicazioni piuttosto vaghe. Attualmente Tagliata è in stato di fermo per omicidio, tentato omicidio e porto abusivo d'arma. Misure scattate anche per la 16enne. La fuga dei due ragazzi è terminata 4 ore dopo il delitto nella stazione ferroviaria di Falconara, dove sono stati trovati dai carabinieri. “Quando Antonio ha sparato sono rimasta impietrita” ha detto la minorenne durante l’interrogatorio.  “Dopo ho seguito Antonio perché avevo paura” ha continuato. E il legale dice, "non è una nuova Erika”.

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