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Curare l’autismo nella villa di Sandokan, tra discariche e roghi tossici (REPORTAGE)

Nel fortino del clan dei Casalesi confiscato dalla magistratura c’è un centro sociale che si occupa della cura dei ragazzi autistici, cercando di insegnare loro a interagire con il mondo esterno. “La forza del silenzio” -nella villa dove Sandokan ordinava la morte dei nemici- porta oggi la speranza a cinquanta famiglie.
A cura di Alessio Viscardi
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Vincenzo Abate

Entrare per la prima volta nella villa confiscata a Francesco Schiavone -detto Sandokan per la somiglianza con l'attore Kabir Bedi che interpretò la tigre di Mompracem in tv- mette soggezione. Un muro sottile divide la parte dello stabile affidato all'associazione "La forze del silenzio" alle zone ancora in possesso dei familiari del capo dei Casalesi, il famigerato clan camorristico egemone nella periferia nord di Napoli e nel Casertano. Sembra un fortino, ricavato in una viuzza stretta di Casal di Principe. Qui, venivano decisi gli omicidi di mafia, quali imprenditori taglieggiare col racket e dove andare a sversare le migliaia di tonnellate di rifiuti tossici provenienti dal Nord Italia.

Oggi, ci sono i coniugi Abate -genitori di due ragazzi autistici- che dal nulla hanno messo in piedi un servizio di cura per autistici, una patologia che in Campania si sta diffondendo a ritmi esponenziali, proprio come i tumori. Il presidente Vincenzo Abate ne è convinto: esiste un rapporto causale tra gli sversamenti illeciti di rifiuti, i roghi tossici, e l'incremento dell'incidenza dell'autismo. "Si tratta di una patologia multi-fattoriale – dice ai nostri microfoni – Gli insulti provenienti dall'ambiente esterno, come le discariche abusive e l'inquinamento delle acque, possono essere degli scatenanti che vanno ad agire sul genoma dei soggetti a rischio". In comuni dove il fenomeno è poco diffuso, come quelli a nord di Caserta, si possono empiricamente trovare pochi ragazzi autistici per ogni cittadina. Nel basso Casertano e nel nord Napoletano, invece, si arriva anche a trenta casi per Comune. Un dramma silenzioso, di cui le stesse famiglie hanno vergogna di parlare, tendendo a tenere reclusi bambini che avrebbero bisogno di cure.

Che il territorio sia martoriato da discariche e roghi tossici non è un segreto. Ci è bastato fare un giro per Casapesenna -dove è stato arrestato il super-boss latitante Michele Zagaria- e Casal di Principe con gli attivisti di Legambiente per trovarne decine ai margini delle strade. Dentro, di tutto: amianto, risulta, pneumatici, rifiuti speciali ma anche plastiche derivanti da raccolta differenziata, che non vengono recuperate perché il Consorzio di Bacino che dovrebbe occuparsi della raccolta è riuscito -navigando in pessime acque economiche ed essendo prossimo alla liquidazione- a far crollare la percentuale di raccolta differenziata dal record del 50% raggiunto a fatica nonostante le croniche emergenze rifiuti.

Curare l'autismo nonostante i tagli del governo, denuncia Abate: "Non si può seguire un ragazzo, insegnargli con terapie specifiche come interagire con la realtà quotidiana, e poi abbandonarlo perché gli enti locali non hanno soldi per pagare il servizio. Il ragazzo autistico non solo blocca il proprio miglioramento, ma rischia di peggiorare e regredire, perdendo tutte le abilità acquisite e diventando violento o chiuso in se stesso".

Minacce dalla camorra? Nessuna, anzi la stessa moglie di Sandokan -saputa la finalità positiva del progetto che l'associazione La forza del silenzio avrebbe messo in atto nella villa faraonica- ne è stata lieta. "Lo Stato non fornisce un servizio come il nostro" precisa il presidente. Così, da un luogo di morte nasce -giorno dopo giorno- la speranza che cinquanta ragazzi autistici possano vivere una vita "normale" per quanto difficile.

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