
Quello di febbraio 2026 sarà veramente un Festival di Sanremo in tono minore? Lo scorso 30 novembre Carlo Conti, conduttore e direttore artistico, ha annunciato il cast dei 30 Big al Tg1 e subito ha dovuto confrontarsi con commenti e mugugni. Saranno, questi artisti, all'altezza delle ultime edizioni? Dove sono i grandi nomi, si è chiesto qualcuno. Ma cosa intendiamo, oggi, per Big? Lo è solo il nome nazionalpopolare o anche quello che fa numeri stratosferici ma che è conosciuto solo dai giovanissimi? Il concetto di Big è molto cambiato negli anni, così, se prima lo era chi era molto visibile in tv e in radio, oggi, con la rivoluzione dell'accesso alla musica le metriche sono molto cambiate.
È facile pensare a Jovanotti, Vasco Rossi, Ligabue, Marco Mengoni, Gianna Nannini, Laura Pausini come Big, ovviamente. Ma è stupido non guardare ad artisti come Sfera Ebbasta, Geolier, Lazza, Anna come i nuovi "grandi" della musica italiana. Negli ultimi anni, poi, abbiamo anche imparato che la buona musica arriva spesso anche da nomi meno conosciuti al grande pubblico, ma che erano importanti in nicchie più o meno grandi: da Colapesce Dimartino a Lucio Corsi, per fare qualche nome. Insomma, è ovvio che in questo momento si dibatta soprattutto di ciò che abbiamo (i nomi), benché resti vero che saranno le canzoni, alla fine, a parlare. Da anni, ormai, Sanremo è tornato centrale per gli artisti, le radio e le classifiche, quest'anno sarà lo stesso, bisognerà capire in quale misura.
Qualcuno ha anche ipotizzato che ci sia stato un boicottaggio da parte delle case discografiche, che avrebbero rinunciato a mandare i Big. È sotto gli occhi di tutti che in questa edizione mancherà un nome veramente forte, sia come blasone che come numeri. Negli anni scorsi abbiamo avuto in gara artiste e artisti come Elisa, Giorgia, Marco Mengoni, Ultimo, ma anche Lazza, Geolier, Mahmood, e si sono consolidate carriere come quelle di Annalisa, Elodie, Angelina Mango e Maneskin. Quest'anno non c'è il "nome Wow", ma tanti artisti in grado di scrivere canzoni e forti di un pubblico forte anche se meno mainstream: parliamo di Chiello, Nayt, Colombre e Maria Antonietta, Fulminacci e Ditonellapiaga, tra gli altri.

Nonostante le polemiche, questa mancanza di Big potrebbe essere dovuta a vari fattori. Intanto negli anni scorsi a Sanremo sono passati quelli che sono tra i principali cantanti italiani (più noti), almeno di quelli disposti a mettersi in gara (non i Vasco, i Ligabue o i Jovanotti), che quest'anno hanno preferito saltare il turno: Annalisa, Alfa, ma anche Elodie. Il rischio di diventare "il cantante sanremese" è dietro l'angolo. Altri non avevano la canzone, un'affermazione che sentiamo spesso, ma che talvolta non è solo una scusa. Purtroppo la turnazione di quest'anno non è stata fortunata: alcuni rapper hanno preferito non mettersi in gioco, ritenendo che non fosse il momento di gareggiare di nuovo.
Altri artisti pop, invece, continuano a non avere Sanremo nel proprio radar. Ne è un esempio Tiziano Ferro, uno dei nomi più gettonati da vedere sul palco del Festival di Sanremo. Ma lo stesso discorso vale anche per Tedua che ha pure il concerto al San Siro nel 2026 quasi pieno, quindi può permettersi di saltare questa promo stremante. Altro nome che probabilmente non vedremo mai al Festival è quello di Sfera Ebbasta, da anni – con rare eccezioni – il più ascoltato su Spotify a fine anno, come avvenuto anche per il 2025. Il rapper di Cinisello non ha intenzione di salire sul palco dell'Ariston. E, onestamente, al momento nemmeno la necessità. E poi i già citati Vasco, Ligabue e Jovanotti che sono "too big to participate".

È anche vera un'altra cosa, ovvero che dopo i fasti del 2025, con il ritorno di Conti, questo 2026 vivrà un momento di minore entusiasmo. È impossibile fingere che i tira e molla tra Comune, Rai e discografiche – che chiedono da anni rimborsi più alti per gli artisti – non abbiano un po' fiaccato le alleanze. Per mesi si è parlato più di cavilli contrattuali, successori di Conti e questioni economiche, più che di musica. Quando si arriva all'annuncio e non ci sono veri e propri Big – Fedez lo sarebbe, ma quello sanremese è un ritorno a distanza di appena un anno, quindi manca l'effetto sorpresa di quando ci salì con Francesca Michielin nel 2021 – la tensione scende.
Insomma, potrà anche essere un Sanremo in tono minore, ma a decretarlo sarà il passare del tempo e la musica, che ha anche una caratteristica: cambiare le carte in tavola. L'assenza di grandi nomi, quindi, potrebbe essere colmata dalle canzoni. Chissà che la sorpresa non sia nei Big ma in qualche ritornello che ci troveremo a cantare fino all'estate, quando il Festival di Sanremo sarà sostituito dai tormentoni. E avremo un nuovo motivo per lamentarci.