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Nel 2018 il Ministero per i beni e le attività culturali darà 5 milioni di euro ai circhi

Dopo la fuga dell’elefante in Calabria, riparte il dibattito sui circhi. Con un decreto dello scorso 26 luglio, il Mibac ha pubblicato la lista dei circhi che incassano contributi pubblici, cioè soldi direttamente dalle tasche dei cittadini. Si tratta di 5 milioni di euro che ogni anno servono a finanziare lo spettacolo viaggiante nel nostro Paese.
A cura di Redazione Cultura
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Un elefante scappa dal circo ed è subito "Le ali della libertà". Succede in Calabria, nella località balneare di Santa Maria del Cedro, dove i bagnanti hanno realizzato un video con protagonista un elefante scappato (solo per poco, purtroppo per lui) dalla gabbia del circo di cui è normalmente un'attrazione. Sui social non si contano i post di quanti, condividendo l'immagine dell'elefantino in mezzo al mare, diretto verso il nulla, ricordano quanto sono tristi i circhi e quanto sia molto meglio portare i bambini altrove, lontano da questi luoghi dove – come spesso hanno denunciato le associazioni degli animalisti – gli animali di ogni specie patiscono costrizioni e condizioni di vita non dignitose.

Eppure, nonostante l'indignazione-lampo, non tutti sanno che il sistema dei circhi è uno dei più finanziati nel nostro Paese, con soldi pubblici, provenienti direttamente dalle casse statali. O meglio, da quel FUS – Fondo unico per lo spettacolo che serve a finanziare tutto il sistema dello spettacolo dal vivo nel nostro Paese. Soldi che nella maggior parte dei casi sono sacrosanti, perché servono a far girare l'economia culturale del nostro Paese, uno dei pochi elementi di civiltà ancora presenti nel nostro Paese. Oltre che a tutelare le importanti arti circensi, che non riguardano tutte gli animali e sono parte del nostro patrimonio culturale. Finanziamenti che in generale alla cultura bisognerebbe ben più che incrementare, anche guardando ai bilanci della spesa cultura nel resto d'Europa. Tuttavia c'è da chiedersi se i circhi, oggi come oggi, sono parte di questo sistema culturale e se molti di essi fanno davvero cultura.

Ad ogni buon conto, l'ultimo decreto direttoriale pubblicato dal Mibac, cioè il ministero per i beni e le attività culturali, risale al 26 luglio scorso, dunque appena qualche settimana fa. E per il solo 2018 stanzia, per le attività di circo e spettacolo viaggiante, ben 4.957.722,57 di euro. Avete sentito bene. Cinque milioni di euro in soldi pubblici finiranno quest'anno nelle tasche dei circhi italiani (l'elenco completo è reperibile qui) che al di là di ciò che si pensa sul tema, creano lavoro e generano indotto. E che, come tale, non va demonizzato a prescindere, ma probabilmente tenuto sotto controllo e riformato. A ciascuno, dunque, farsi la sua opinione se sia giusto o meno che lo stato italiano, tramite il Mibac, finanzi e in tal misura lo "spettacolo viaggiante". Che nel viaggiare, naturalmente, rischia di vedere qualche animale fuggire via. Verso un orizzonte di libertà che, purtroppo, non raggiungerà.

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