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Milano, alla Fabbrica del Vapore c’è Revolution: come cambiò il mondo dai Beatles a Woodstock

La moda, la musica, le droghe, i locali e la controcultura: dal 2 dicembre alla Fabbrica del Vapore di Milano l’esposizione “Revolution. Musica e ribelli 1966-1970, dai Beatles a Woodstock”.
A cura di Redazione Cultura
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Una mostra sulle storie, i protagonisti, i luoghi di quel breve e denso periodo, gli anni tra il 1966 e il 1970, che cambiò per sempre le vite di una generazione intera. Si tratta di "Revolution. Musica e ribelli 1966-1970, dai Beatles a Woodstock", esposizione su quei 1826 giorni raccontati attraverso 500 oggetti-testimonianze di momenti, vite eccezionali, canzoni che hanno segnato la storia, abiti che hanno fatto tendenza, film indimenticabili, attimi che potremo rivivere. La mostra, già approdata al Victoria and Albert Museum di Londra, arriva a Milano dal 2 dicembre fino al 4 aprile 2018 negli spazi della Fabbrica del Vapore, promossa e coprodotta da Comune di Milano-Cultura, Fabbrica del Vapore e Avatar – Gruppo MondoMostreSkira, in collaborazione con il museo londinese.

Curata da Victoria Broackes e Geoffrey Marsh del Victoria and Albert Museum, insieme a Fran Tomasi, il viaggio ripercorre gli ambiti in cui le rivoluzioni di quegli anni ebbero luogo: la moda, la musica, le droghe, i locali e la controcultura; i diritti umani e le proteste di strada; il  consumismo; i festival; le comunità alternative. Da Carnaby Street a Londra agli hippy di Haight-Ashbury, dall’innovazione tecnologica della Bay Area alle proteste del maggio francese, dalle comuni sparse in tutta l’America ai festival di Woodstock e dell’Isola di Wight, questi anni furono caratterizzati da un idealismo ottimista che spingeva le persone a far fronte comune per sovvertire le strutture di potere in ogni sfera della società.

La travolgente onda della cosiddetta “Revolution” arriva dall’Inghilterra e porta con sé cambiamenti radicali che vanno dalla crescente attenzione per i diritti umani, al multiculturalismo e a nuove politiche neoliberali, passando per il boom scientifico e ovviamente la musica, la moda e l’arte in generale. “Improvvisamente Carnaby Street a Londra diventa l'ombelico del mondo, la fucina dalla quale vengono espulse valanghe di idee, il luogo delle sette meraviglie, la way of life della nuova generazione” scrive Alberto Tonti. In Gran Bretagna, in quei cinque anni rivoluzionari, nascono grandi nomi di band come i Beatles, i Rolling Stones e gli Who tra tanti altri, e alcune delle personalità più eccentriche e rivoluzionarie di quei tempi come le top model Twiggy (detta “grissino”) e Jean Shrimpton (detta “gamberetto”), Mary Quant, inventrice della minigonna, John Cowan, il fotografo che presta il suo studio ad Antonioni per girare “Blow Up”, mentre le città si animano sempre più di una variopinta umanità che insegue le tendenze del momento.

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