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Michela Murgia al Salone del libro: “Sono ancora viva, non trattatemi come un monumento”

Durante l’incontro al Salone del libro per presentare l’ultimo libro “Tre ciotole”, Michela Murgia ha parlato della sua malattia.
A cura di Redazione Cultura
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Una delle scrittrici più attese del venerdì al Salone del Libro di Torino era senza dubbio Michela Murgia, autrice di "Tre ciotole", libro pubblicato da Mondadori e presentato assieme a Matteo B. Bianchi. Il libro è "un romanzo fatto di storie che si incastrano e in cui i protagonisti stanno attraversando un cambiamento radicale che costringe ciascuno di loro a forme inedite di sopravvivenza emotiva", un libro che rimanda a qualcosa di autobiografico, dal momento che qualche giorno fa la scrittrice ha dichiarato di avere un tumore al quarto stadio che non avrebbe più combattuto. E non poteva mancare un riferimento a questo durante la presentazione avvenuta nella Sala Oro

"Non trattatemi come un monumento, sono ancora viva" dice Murgia (stando a quanto riportato dal Corriere della Sera che scrive che l'autrice ha racontato: "Quando l’oncologo mi ha dato la notizia del tumore, senza mai definirlo come tale, ero sotto morfina. Qualsiasi cosa mi avesse detto sarebbe stata bella (ironizza). Interiorizzare che è una cosa che fa parte di me mi ha dato la sensazione di poterla gestire. Sono una manica del controllo. La cura è un patto tra me e la malattia". Nell'intervista al Corriere in cui parlò della malattia aveva spiegato: "Le metastasi sono già ai polmoni, alle ossa, al cervello. Non posso e non voglio fare guerra al mio corpo, a me stessa. Una battaglia presuppone sconfitti e vincitori, io conosco già la fine della mia storia, ma non mi sento una perdente".

In un post di presentazione dell'incontro al Salone, Murgia aveva spiegato che nonostante in molti le avevano scritto che avrebbero voluto abbracciarla, questa cosa non sarebbe stata possibile: "Purtroppo per me questo non sarà possibile: decine di contatti ravvicinati ora rappresentano un’esposizione batterica e virale che non posso più permettermi. Stanotte ho firmato tutti i libri, ma ho deciso di fare una cosa: in un certo numero di copie, a caso e non riconoscibili tra quelle disponibili alla fine dell’incontro, ho scritto dentro qualcosa di personale, due righe, un aneddoto, non lo so, li scrivo ora sul letto. Lo so che non sostituisce gli sguardi, le mani, gli abbracci, ma forse restituisce un po’ il senso di quanto manchino anche a me".

Sempre durante l'incontro ha confermato il matrimonio, specificando ancora una volta come la sua sia una famiglia queer, senza ruoli predefiniti, con responsabilità condivise, mentre – continua il Corriere – la scrittrice ha ribadito il suo pensiero sul Governo, che ha definito ancora una volta "fascista" anche perché "porta via i figli alle madri". "Tre ciotole" racconta di come la vita possa essere stravolta in un attimo, "a volte a stravolgerla è un lutto, una ferita, un licenziamento, una malattia, la perdita di una certezza o di un amore, ma è sempre un mutamento d’orizzonte delle tue speranze che non lascia scampo. Attraversare quella linea di crisi mostra che spesso la migliore risposta a un disastro che non controlli è un disastro che controlli, perché sei stato tu a generarlo".

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