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Mew: “Lasciare Amici è stata la scelta giusta. Contro la depressione la terapia mi ha aiutato a ritrovarmi”

Mew, dopo l’addio ad Amici 23, ritorna con il suo primo Ep Quando nessuno ci vede. Dalla confusione nei mesi successivi al suo addio al talent, al percorso in terapia che l’ha aiutata a ritrovarsi, con il sogno del Festival di Sanremo sullo sfondo. Qui l’intervista a Mew.
A cura di Vincenzo Nasto
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Mew – ph Simone Biavati
Mew – ph Simone Biavati

È stata la protagonista di uno degli atti di coraggio più forti nella storia di un talent televisivo: Mew, solo 18 mesi fa abbandonava Amici, svelando di doversi allontanare per concentrarsi sulla sua salute mentale. Poi, nelle settimane successive avrebbe pubblicato Posatenebre, che sarà contenuto nel suo primo progetto musicale dal titolo Quando nessuno ci vede. L'Ep, che uscirà il prossimo 10 ottobre, racconta anche altre sfumature di Valentina Turchetto, il vero nome della cantante: "TTTutta la vita e Conto alla rovescia sono i (brani) più sperimentali. La prima inizia con un intro d’archi che mi emoziona tantissimo, Conto alla rovescia invece ha suoni che mi richiamano Oh My God, che avevo portato a Sanremo Giovani. Sono tutte le mie sfaccettature: non sono una cosa sola e non lo sarò mai". Qui l'intervista a Mew.

Quali sono le sensazioni a pochi giorni dall'uscita del tuo primo progetto?

Sto bene, anche se mi vedi stanchissima (ride, ndr). Sono molto agitata perché il mio primo EP è un passo molto, molto importante per me. Però sono felicissima perché ho dato vita a un progetto che sento al 100% mio.

C'è anche qualcosa che ti spaventa?

Ci ho messo un anno e mezzo, quindi un po’ di tempo, e ci sono pezzi che non vedevo l’ora di far sentire. È un’emozione grande, anche perché si tratta di storie mie, di vita, quindi molto cucite addosso. Spaventata sì, perché ci sono mille cose che possono andare nel verso sbagliato.

Quali sono i cambiamenti più grandi rispetto a ciò che avevi mostrato ad Amici?

Ho fatto una ricerca molto lunga sul suono. Al di là di Posatenebre di cui avevamo già parlato, TTTutta la vita e Conto alla rovescia sono i più sperimentali. Tutta la vita inizia con un intro d’archi che mi emoziona tantissimo, Conto alla rovescia invece ha suoni che mi richiamano Oh My God, che avevo portato a Sanremo Giovani. Sono tutte le mie sfaccettature: non sono una cosa sola e non lo sarò mai.

Riguardo Posatenebre e Conto alla rovescia, ci sono alcuni passaggi molto forti. Ti voglio chiedere: quanto è difficile aprirsi in questo modo nella musica e dal punto di vista personale come hai affrontato questa situazione?

Per me nella musica non è difficile, perché la musica ha rappresentato per me un luogo di pace, di terapia. Scrivere di queste cose mi aiuta a buttarle fuori. Questo brano racconta ferite che ancora un po’ bruciano, ma ho avuto la forza di trasformarle in qualcosa di nuovo. È stato molto terapeutico anche questo pezzo.

Parlavi di un anno e mezzo intenso. Raccontami un po’ questo periodo, anche rispetto al post-Amici e alle difficoltà personali che hai affrontato.

Sì, è stato un periodo tosto. Dopo il programma mi sono ritrovata in una fase di turbolenza, non capivo bene cosa fosse successo. Ma piano piano, quando ho ricominciato a scrivere e lavorare a questo progetto, ho trovato un filo conduttore e ho deciso di raccogliere tutto in un EP. Ho vissuto tante ombre, ma sono riuscita a trasformarle in qualcosa di positivo. Oggi mi sento al top delle mie forze.

Quando nessuno ci vede rappresenta anche un messaggio evocativo sull'intimità di alcune relazioni, quasi nascoste. Cosa rappresenta per te e cosa racconta quel brano?

Ho scritto prima il brano e poi ho deciso di dare lo stesso titolo all’EP, perché era perfetto per il progetto. È una riflessione su chi siamo quando nessuno ci vede, su come ci comportiamo lontano dagli sguardi altrui. Il pezzo parla di un amore fragile ma autentico, vissuto nella sua verità anche lontano dalle luci.

mew – ph Simone Biavati
mew – ph Simone Biavati

Invece in Buio si racconta di un momento del tuo passato, il tuo arrivo a Milano dopo una relazione tossica.

Ero molto giovane, inesperta. Sono scappata da Jesolo per sfuggire a una relazione che mi opprimeva. Arrivare a Milano è stato uno shock: all’inizio libertà totale, poi tanta solitudine. Ma mi è servito per crescere. Ho trasformato tutto in musica e in questo brano, che parla del lasciarsi il buio alle spalle.

Parliamo di Sanremo Giovani. Che esperienza è stata e ti piacerebbe tornare a Sanremo in futuro?

Sanremo Giovani è stata un’esperienza tosta ma bella. Venendo da Amici, non l’ho vissuta con troppa pressione. È stato bello, pieno di cose nuove. In futuro mi piacerebbe partecipare a Sanremo Big, non più a Sanremo Giovani. Forse non subito, ma quando sarà il momento giusto. Questo EP lo reputo già maturo e mi sento pronta per il palco dell’Ariston: è uno dei miei obiettivi.

Hai qualche rimorso rispetto all’addio ad Amici o credi di aver fatto la scelta giusta?

All’inizio tanta confusione, me lo sono chiesta spesso. Ma oggi so che è stata la scelta giusta. Mi sarebbe piaciuto continuare, certo, ma non sarebbe andata bene per me in quel momento. Non rimpiango nulla, sono contenta del percorso che ho fatto.

Hai parlato apertamente di salute mentale e depressione. Ti senti di aver fatto la cosa giusta?

Parlarne è stato importantissimo, soprattutto in un momento in cui se ne parlava ancora poco. Oggi per fortuna molto di più. Ho vissuto questa cosa in modo positivo e credo di poter usare la mia esperienza per aiutare gli altri.

Come hai vissuto poi il periodo successivo, con la pressione mediatica e personale che ne è seguita?

C’è stata tanta pressione, sì. Ho fatto un lavoro intenso su me stessa e con la terapia, anche tre volte a settimana. È stato faticoso, ma mi ha aiutato a ritrovarmi. Raccontare sé stessi è difficile, ma oggi mi sento positiva, finalmente.

Perché hai scelto di chiudere l’EP con TTTutta la vita?

È il brano più leggero, volevo lasciare un messaggio di positività. Racconta di momenti in cui ci perdiamo ma poi ritroviamo il sorriso. Il ritornello è esplosivo e potente, invita a sorridere alla vita. Mi sembrava la chiusura perfetta: sincera, fragile ma piena di energia positiva.

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