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Mahmood: “Prima di Soldi e Tuta Gold ho passato un periodo devastante, ma la gavetta ti aiuta”

Mahmood è stato protagonista di un concerto sold out ad Amsterdam dove ha incontrato i giornalisti con cui ha parlato dei successi, della gavetta, delle difficoltà e del futuro.
A cura di Francesco Raiola
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Mahmood in concerto ad Amsterdam (Foto di Walter Coppola @visioneprospettica)
Mahmood in concerto ad Amsterdam (Foto di Walter Coppola @visioneprospettica)

Reduce dal concerto al Paradiso di Amsterdam, una delle tappe del suo tour europeo, Mahmood racconta le sensazioni di queste settimane, quando dopo il Festival di Sanremo si è ritrovato con un sesto posto ma con la canzone che numericamente ha ottenuto più successo tra quelle del Festival. Tuta Gold ha cominciato a volare appena terminato il Festival, facendo capolino nelle classifiche internazionali e ottenendo numeri importanti, con tre dischi di platino e oltre 73 milioni di stream su Spotify.

Il successo di Tuta Gold

"Mi sento fortunato, non mi aspettavo questo casino – racconta il cantautore ai giornalisti riuniti nel sottoscala del club olandese -. Quando Tuta gold ha cominciato a volare ci svegliavamo e ci chiedevamo se fosse vero". Mahmood racconta come Sanremo sia stata un'opzione arrivata quasi a liste chiuse: "Non dovevo andarci a Sanremo. Avevo scritto Tuta gold mentre ero in Sardegna, volevo una canzone che facesse piangere e twerkare allo stesso tempo, un baile funk: abbiamo cambiato cinque ritornelli e scritto la versione definitiva a Milano. Siamo andati in studio con Ettorre, che ha fatto melodia. Il pensiero di Sanremo è nato agli sgoccioli, ci siamo fatti la fatidica domanda: vuoi andarci?".

Il dubbio di andare a Sanremo

La risposta è stata affermativa, anche se c'era un dubbio: "Il dubbio – spiega Mahmood – era andare con Tuta gold, che per me era un singolo estivo. In alternativa c'era una canzone, una ballad che non è nel disco, però dopo Brividi non volevo andare con un'altra ballad, ma con qualcosa che non avevo fatto prima. E comuqnue, una volta che hai cantato una canzone su quel palco puoi cantarla su tutti i palchi". Sanremo è stata la svolta per Mahmood, che la prima volta vinse nel Festival di Baglioni ma che deve molto anche ad Amadeus che lo volle assieme a Blanco, permettendogli di vincere la seconda volta: "La reazione a Sanremo è stato il sold out in otto ore del Mediolanum. A Sanremo ci tornerei sempre., sì, anche dopo Ama, il primo l'ho fatto con Baglioni".

Il rapporto con Soldi

Il rapporto con Soldi, canzone che ormai gli chiedono tutti in continuazione, resta ottimo, anche se in queste settimane ha sentito che Tuta Gold ha fatto un balzo importante e forse, oggi, è anche più attesa di quella: "Oggi Tuta gold è la più richiesta, sono riuscito a spostare Soldi dall’ultimo posto in scaletta (adesso è penultima, prima di Tuta Gold, ndr). La reazione della gente dopo Sanremo mi sembra più grande di quello che successe con Soldi, la reazione a Tuta gold è stata scioccante". per ora il cantautore si gode il successo europeo, con i vclub pieni e la sua musica che arriva anche a un pubblico non di lingua italiana.

Un Ep in inglese gettato nella spazzatura

Gli chiediamo se per caso la lingua possa essere un ostacolo alla crescita e Mahmood ammette di aver scritto e star scrivendo in inglese, anzi che qualche anno fa aveva anche un Ep pronto, quando era andato a lavorare negli States, era tutto pronto, dalla musica all'artwork, poi il progetto si è fermato: "Un ep in inglese era pronto, ma non è uscito perché non era abbastanza figo per me, quindi l'ho cancellato e vediamo se per caso in futuro avverrà qualcosa di simile".

La gavetta contro lo stress del successo

Nei mesi scorsi alcuni colleghi del cantautore hanno preferito fermarsi a causa del burnout, troppo stress, troppe responsabilità, difficoltà di lavorare con serenità, Sangiovanni ne è l'emblema e proprio da questo si è partiti per parlare della gavetta che Mahmood ha fatto prima dell'esplosione e del successo: "L’unica cosa che può salvarti è la gavetta, ti prepara, ti permette di capire cosa migliorare e perché non riesci a ottenere quel risultato". Il racconto cade su quegli anni, i primi, quando era un giovanissimo autore che cercava di convincere le discografiche a metterlo sotto contratto.

"Da un lato è stato devastante, nel 2018 i miei musicisti non volevano più scrivere con me, buttavamo pezzi, a un certo punto un discografico mi disse che una canzone era il pezzo più brutto che avessi mai scritto, ma credo sia stata una fortuna altrimenti non stavo qua. Andavo tutti i pomeriggi in Universal – continua Mahmood -, avevo scritto Uramaki e Presi male (poi cantata da Michele Bravi) e mi hanno firmato come autore. Nella prima session con Dario Dardust avevamo scritto Nero Bali, che è stata la prima hit che ho scritto".

Mahmood e i no detti per la carriera

Mahmood ha anche parlato della quantità di no che ha dovuto dire in questi anni: "È difficile contare i no di questi anni, sono importanti come i sì. Se dico no, comunque, è perché ho in mente cosa voglio fare, ho in testa l'immagine di me che voglio veicolare. Qual è il mio scopo? Durare più tempo possibile". E i no sono quelli detti anche ad alcuni brand, anche se il ragionamento del cantautore si allarga: "Noi parliamo di brand che possono anche aiutarti a valorizzare un messaggio che vuoi portare. Prima cosa che guardo è se si può portare progetto a un'asticella più alta e quel punto dico sì".

Libertà d'espressione per il rap

Infine Mahmood parla anche di musica, censura e protocollo, ovvero l'idea del Sottosegretario alla Cultura, Mazzi, di creare un protocollo per quanto riguarda i testi musicali e in particolare di quelli della musica rap: "Non sono per la censura all’arte, vale la libertà per una artista di esprimersi, quindi dico no a un protocollo. I rapper raccontano quello che hanno vissuto ed è giusto che lo raccontino e anche la modalità in cui lo fanno non va censurata". Riguardo alla possibilità di cantare con un artista non incensurato, spiega: "Se parliamo di musica non guardo persona, errore che in tanti fanno. Scinderei la persona dall’artista".

I concerti nei Palazzetti

Dopo la fine del tour europeo Mahmood partirà per i concerti nei festival estivi, tappa intermedia prima di arrivare ai tour nei palazzetti che terrà il prossimo ottobre. Mahmood, infatti, sarà protagonista il 21 e 22 ottobre al Mediolanum Forum di Milano (la prima data è sold out), il 25 ottobre al Nelson Mandela Forum di Firenze, il 27 ottobre al Palazzetto dello Sport di Roma e il 31 ottobre al Palapartenope di Napoli.

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