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L’Architettura celebra la Festa della donna con l’ArcVision Prize – Women and Architecture

Carla Juaçaba vince il “Nobel dell’Architettura al femminile”, un premio che intende essere un contributo allo sviluppo di una cultura della sostenibilità attenta alla figura femminile e al suo modo specifico di fare architettura.
A cura di Clara Salzano
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“ Io dico sempre che sono una donna ma sono un architetto. ”
Gae Aulenti
Per lungo tempo, quella dell’Architetto è stata considerata una professione prettamente maschile: vi era una difficoltà oggettiva per la donna, almeno fino a cinquanta anni fa, nel seguire, gestire e controllare le complesse e difficili fasi di un qualsiasi processo progettuale e il controllo del cantiere. Oggi architettura e design sempre più spesso portano firme al femminile ma se ne parla meno del dovuto: da Gae Aulenti, una delle prime donne a conquistare questo mondo («Della mia generazione eravamo solo in due: io e Cini Boeri» raccontava), a Zaha Hadid, prima donna a vincere il Pritzker, a Kazuyo Sejima, Curatrice della 12 Biennale di Venezia e Pritzker Prize 2010 . Mentre pare si sia anche verificato il cosiddetto “sorpasso rosa”: le statistiche attestano che il numero delle donne laureate in architettura si è elevato fino a diventare maggiore di quello degli uomini. Infatti l’architettura contemporanea sta esprimendo ormai da tempo figure femminili di primo piano, autrici di composizioni particolarmente attente ai bisogni dei cittadini, alle relazioni umane, alla creazione di un ambiente a misura di chi lo vive. Di questa nuova, positiva eccellenza, Italcementi Group si fa interprete e promotore, con la creazione del primo premio internazionale d’architettura al femminile per il sociale.

Carla Juaçaba_Portrait

L’ArcVision Prize – Women and Architecture, alla sua prima edizione, è stato assegnato su decisione unanime della giuria a Carla Juaçaba, 37 anni, architetto brasiliano formatasi presso la Santa Ursula University di Rio de Janeiro: «Credo che sia molto particolare fare un premio solo per le donne. Per tutti i lavori che ho realizzato finora non si è mai trattato di un invito, ho sempre dovuto lottare per dimostrare di essere capace. Non lo dico solo perché sono donna ma credo che per noi sia un po’ più complicato. Quindi è davvero bello vedere un premio di questo tipo, per evidenziare questo sforzo, perché si tratta di uno sforzo, per ogni lavoro». Italcementi intende premiare ogni anno un architetto donna, che dimostri nella sua attività di ricerca e progettazione significativa eccellenza qualitativa e attenzione alle questioni centrali della costruzione: tecnologia, sostenibilità, implicazioni sociali e culturali.

La Giuria dell'ArcVision Prize

La giuria, volutamente tutta al femminile, era composta da donne di eccellenza legate al mondo dell’architettura: Kazuyo Sejima (Titolare con Ryue Nishizawa dello studio d'architettura SANAA e Curatrice della Biennale di Architettura 2010), Benedetta Tagliabue (Fondatrice con Enric Miralles dello studio d'architettura EMBT), Odile Decq (Titolare dello studio d'architettura ODBC), Yvonne Farrell (Titolare con Shelley McNamara dello studio d'architettura Grafton Architects), Martha Thorne (Executive Director del Pritzker Prize) Shaikha Al Maskari (Membro del Consiglio Direttivo dell'Arab International Women's Forum-AIWF), Vera Baboun (Sindaco di Betlemme), Victoire de Margerie (Presidente Rondol Technology), Samia Nkrumah (Presidente del Centro Panafricano Kwame Nkrumah).

I Tunnel del Trentino © 2010 Elisabetta Terragni

Le venti progettiste candidate erano all’avanguardia per visione e ricerca, impegnate professionalmente in ambiti diversi, abituate a lavorare spesso in contesti sociali difficili e in condizioni complesse come Belinda Huang, che firma sette nuovi grattacieli con terrazze giardino a Singapore, o la tailandese Rachaporn Choochuey, che riqualifica grandi magazzini dismessi. Impegnate sul fronte ambientale come l’olandese-americana Winka Dubbeldam con edifici a basso impatto, o più quotidianamente nei servizi per la collettività come l’italo-svizzera Luisa Fontana (scuole materne modello) o l’italiana Elisabetta Terragni che trasforma gallerie sotterranee in musei. Il Premio mira appunto a far risaltare la figura di progettiste le cui opere esprimano al meglio i valori dell’Architettura oggi: identità, solidarietà, sostenibilità ambientale e politica, sostegno alle persone svantaggiate.

Migliorare la qualità delle nostre città, lavorare sul tema della sostenibilità, contribuire all’educazione o suggerire soluzioni di fronte alle calamità sono solo alcune delle aree di intervento in cui il lavoro degli architetti è utile e prezioso. In questo ambito non può esser trascurato il ruolo delle donne e il contributo da loro dato nel passato, nel presente, e che certamente daranno in futuro all’architettura. L’ArcVision Prize è dunque un progetto di grande interesse proprio perché riconosce e sostiene la capacità, la creatività e i molti talenti delle donne architetto.                           (Martha Thorne)

Padiglione Humaniddade di carla Juaçaba, progetto premiato all'Arc Vision Prize

La vincitrice dell'ArcVision Prize, Carla Juaçaba, è stata premiata per il suo intervento più spettacolare: il Padiglione Humanidade 2012 per Rio Mas 20 (la conferenza dell’ONU sullo sviluppo sostenibile), una struttura temporanea concepita in collaborazione con l'artista Bia Lessa per ospitare eventi privati ed una mostra sulla sostenibilità, aperta al pubblico, che ha contato 220.000 visitatori in due settimane. La cerimonia di premiazione è avvenuta alle porte di Bergamo la sera del 7 marzo 2013, nel lungo edifico chiamato il Kilometro Rosso, ideato dall’architetto Jean Nouvel per Italcementi. La giuria ha sottolineato l'elegante semplicità e funzionalità del padiglione che riutilizza materiali esistenti disponibili localmente per creare la struttura e le passerelle, lunghe 170 metri. Una volta smontati, i materiali saranno completamente riciclabili e riutilizzabili. Inoltre l'edificio crea un dialogo magico con lo scenario circostante, contribuendo a migliorare il luogo che lo accoglie e la sua già spettacolare natura.

Varanda House

Un’altra opera importante dell’architetto brasiliano è la Varanda House, costruita in un'area dove andavano preservati gli alberi esistenti; è un eccellente esempio di minimal house che invita ad entrare in spazi semplici nei quali la luce interagisce in maniera delicata e sempre nuova con il meraviglioso paesaggio brasiliano.

Anupama KUNDOO_Venice_Italy_Wall house one to one

La Giuria ha inoltre assegnato menzioni d’onore alla spagnola Izaskun Chinchilla per il non convenzionale approccio progettuale, al contempo architettura trasgressiva e installazione d'arte che abbraccia spazi pubblici e sociali, come il castello Garcimuñoz14 a Cuenca in Spagna o la Casa Ancestrale a Toledo; all’indiana Anupama Kundoo, per la sua capacità di ricerca sui materiali che riducano l’impatto delle tecnologie costruttive sull’ambiente, come nei suoi progetti Volontariat Homes e Urban Eco-Community in India o con la ricostruzione, in scala uno a uno, alla scorsa Biennale di Architettura della sue più importanti opere; e all’estone Siiri Vallner, per la sua sensibile interpretazione degli spazi e dei luoghi con la sua Downtown Gym a Pärnu in Estonia.

«Con questo riconoscimento – ha sottolineato Carlo Pesenti, Consigliere Delegato di Italcementi – vogliamo mettere in risalto l’importanza crescente che nell’ambito dell’architettura vanno assumendo da tempo le progettiste, ed essere così testimoni di una “discriminazione positiva” nei confronti delle donne. Con la speranza che in settori tradizionalmente governati dagli uomini, possa affermarsi sempre di più il ruolo centrale della figura femminile in modo da superare qualsiasi forma di differenziazione o di esclusione dai meccanismi decisionali e produttivi. Dell’energia e della sensibilità delle donne hanno bisogno gli uomini e le aziende per crescere e ottenere risultati sempre migliori»

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