È morta a Francesca Duranti, la scrittrice de “La casa sul lago della luna”: aveva 90 anni

È morta a Lucca, all’età di 90 anni, la scrittrice Francesca Duranti, autrice di romanzi amati da lettori e critica, e una delle voci più originali della narrativa italiana del secondo Novecento. Maria Francesca Rossi era il vero nome della scrittrice amata in tutto il mondo: nata a Genova il 2 gennaio 1935, figlia di Paolo Rossi, giurista e parlamentare socialdemocratico che negli anni Settanta, che fu presidente della Corte costituzionale.
Da tempo viveva nella villa di famiglia a Gattaiola, nella campagna lucchese, dove è scomparsa nella serata di ieri: "Mi sento un po' come Robinson Crusoe nella sua isola, è per questo che mi muovo poco, il contrario di quello che ho fatto quando ero più giovane. Preferisco restare tra le mura della mia casa con i miei cani e il parco che la circonda" aveva detto qualche anno fa in un'intervista al Corriere Fiorentino.
L'intervista nasceva dalla ripubblicazione di quello che è il romanzo che le ha regalato la fama, ovvero "La casa sul lago della luna" (Rizzoli, 1984), finalista al Premio Strega e vincitrice del Premio Bagutta. Tradotto in sei lingue, è considerato il suo capolavoro: la storia di una donna che, inseguendo un antico manoscritto, ritrova se stessa. Un tema, quello della ricerca di identità e di senso, che attraversa tutta la sua opera. Un'opera che si è formata anche grazie alla Letteratura anglosassone, da Jane Austin a Daniel Defoe, ma non senza subire l'influenza di uno scrittore – questa volta francese – come Stendhal. Mentre non aveva un amore profondo per la letteratura italiana: "Ho cercato di farmela piacere – disse sempre al Corriere – ma non ci riesco, a parte qualche eccezione".
Dopo gli esordi con "La bambina" (1976) e "Piazza mia bella piazza" (1978), la scrittrice pubblicò una lunga serie di romanzi, tra cui "Lieto fine" (1987), "Effetti personali" (1988, vincitore del Premio Campiello e del Premio Hemingway), "Progetto Burlamacchi" (1994) e "Sogni mancini" (1996). Negli anni Duemila aveva continuato a scrivere con lo stesso stile elegante e ironico di sempre, firmando titoli come "Il comune senso delle proporzioni" (2000), "Come quando fuori piove" (2006), "Un anno senza canzoni" (2009) e "Il diavolo alle calcagna" (2011).
Nei suoi libri Francesca Duranti ha raccontato intimità, memoria e disincanto, osservando le fragilità della borghesia italiana. La critica l’ha definita "una narratrice del sentimento", capace di unire leggerezza e profondità. Tradotta in 18 lingue, è stata premiata anche in Francia con il Prix des Lectrices de "Elle". La scrittrice ha attraversato oltre quarant’anni di letteratura, ma il romanzo non era stato il suo unico amore.
Oltre alla narrativa, infatti, Duranti si era dedicata anche alla traduzione e alla riflessione sul linguaggio, come nel “Manuale di conversazione: né rissa né noia” (2009). A Lucca aveva ideato, insieme ad Antonio Dini, il Premio dei Lettori, promosso dalla Società Lucchese dei Lettori. I funerali si terranno lunedì 3 novembre alle 15 alla Casa del commiato della Croce Verde, lungo via Romana, a Lucca.